Visto che sono riuscita a rileggerla e correggerla tutta, ecco il terzo e penultimo capitolo! Come sempre grazie per le belle parole, siete proprio una divosquadra magnifica!
TERZO CAPITOLO
Tre ore dopo-Dove è finito Urs? La scuola è finita tre ore fa! Quel ragazzino mi farà impazzire!-
Karola era entrata tutta trafelata nel negozio di cappelli della madre per dirle che Urs non era tornato, così la signora Buhler affidò il negozio all’altra sua figlia che lavorava con lei e presa la giacca si precipitò in strada per trovare il suo bambino.
Lo trovò non troppo tempo dopo poiché lo vide aiutare una signora anziana a portarle la spesa.
-Urs! Ti avviso fin da ora che sei in punizione! Mi hai fatto venire un tale spavento? Cosa credevi di fare?-
-Mamma! Non ci crederai, ho trovato un lavoro! Il signor Muller mi ha permesso di lavorare da lui come commesso!-
-Non dire scemenze! Hai solo otto anni! Ti impedisco di lasciare la scuola!-
-Infatti non la lascerò! Il signor Muller ha detto che mi permette di lavorare solo di pomeriggio se in cambio porto anche la spesa a domicilio!-
Da quel giorno Urs lavorava ogni pomeriggio e alla sera faceva i compiti nonostante l’enorme stanchezza. Tuttavia non si perdeva d’animo; sapeva che forse in questo modo la loro situazione economica sarebbe migliorata e magari sarebbe tornato anche papà. Con questi pensieri in testa riusciva a superare la fatica di dover percorrere tutta quella strada a piedi portando sulle spalle le borse cariche di spesa.
Sette anni più tardi
-Urs! Ragazzo vieni qua!- gridò il signor Muller con la sua voce gracchiante.
-Eccomi-
Il capo del negozio lo studiò attentamente da capo a piedi con i suoi occhi socchiusi e circondati da fitte rughe.
-Hm….sì direi che può bastare…-
-bastare che cosa, signore?-
-Sei abbastanza grande per potertela permettere-
Il giovane Urs, lo guardò incuriosito, poi il signor Muller gli fece segno di seguirlo e lo portò nel retro del negozio.
-Lo sai ragazzo, una volta anche io ero giovane…-
“Ma dai?” lo interruppe sarcasticamente con il pensiero.
-…E come te lavoravo nel negozio allora di mio padre e portavo la spesa a domicilio. Solo che una volta diventato abbastanza grande non fu più necessario portare tutto quel peso a piedi. Mio padre non era ricchissimo, ma non avrebbe mai scambiato la sua Harley per tutto l’oro del mondo!-
-La sua Har…cosa? Non so di cosa stia parlando!-
-Ragazzo ma cosa ti insegnano in quella scuola se non sai cos’è una Harley!- e continuò borbottando sottovoce contro l’ignoranza dei giovani di oggi e altre cose che Urs non riusciva a sentire, dato che stava ancora cercando di capire di cosa l’uomo stesse parlando.
Vedendo che il giovane non sapeva ancora cosa fosse una Harley, il signor Muller alzò gli occhi al cielo e sbottò:
-Oh insomma…Alza quel telo!-
Urs si avvicinò alla massa informe che era coperta dal telo ingrigito. Era piuttosto pesante, ma con uno strattone lo tolse quasi tutto ed i suoi occhi si riempirono di meraviglia.
Quel telo aveva coperto per anni una moto dal colore rosso fiammante!
Urs si girò sbalordito verso il signor Muller.
-E’…Per me!?-
-Hei non montarti la testa, è solo in prestito e la puoi usare solo per lavoro! Se ti becco a sfruttarla per conquistare le ragazze ti licenzio prima che tu possa implorare perdono!-
-Va bene…posso provarla ora?-
-No! Ti ricordo che sei ancora in servizio, la potrai provare dopo il turno!-
Quella sera non arrivò mai troppo in fretta per Urs e finalmente potè provare la Harley. Dopo i primi sballottamenti riuscì a controllarla e nel giro di pochi giorni riuscì a guidarla come se lo avesse fatto da sempre. La stessa signora Buhler, la quale non aveva preso bene la notizia e riteneva che fosse ancora troppo giovane per un mezzo di quelle dimensioni, dovette ammettere che Urs sembrava nato per guidare quella moto.
Grazie alla moto le consegne avvenivano in tempi molto ridotti, così un giorno, non avendo più altro lavoro da svolgere, invece di tornare al negozio decise di rischiare e perciò si diresse oltre i confini della sua cittadina.
Giunse nel paese confinante in cui era stato solo per ricevere le cure dopo l’incidente al lago. Ovviamente allora non era riuscito a guardarsi intorno, così decise di approfittarne in quel momento.
Si fermò nella piazza, spense il motore della Harley e posò lo sguardo sui palazzi che lo circondavano. Poco più in là da dove si trovava vide un locale da cui provenivano molte risate. Stava per entrare quando vide che alcuni uomini erano ubriachi e dato che sua mamma gli aveva insegnato che era meglio starne alla larga, fece dietro front. Anche se aveva solo 16 anni Urs aveva imparato molto in fretta ad essere responsabile e non voleva assolutamente cacciarsi nei guai.
Tornò alla sua moto. Era già seduto e pronto a ripartire quando le sue orecchie captarono il suono dell’organo provenire dalla chiesa illuminata che si affacciava sulla strada.
Sceso dalla moto entrò dalle pesanti porte principali della chiesa e sentì che c’era anche un coro che provava accompagnato dal grande organo.
A casa sua non si ascoltava molta musica, soprattutto da quando il padre se n’era andato e nessuno era stato in grado di aggiustare il vecchio giradischi della nonna.
Urs si sedette su una delle panche situate in fondo alla chiesa e ascoltò affascinato l’assolo di un uomo che cantava un brano in latino. Il giovane non riusciva a comprenderne il significato, ma la calda e potente voce dell’uomo riuscì a tenerlo ancorato ad ascoltare, mentre dentro di sé sentiva un’emozione così forte che venne percorso dai brividi.
Urs non si rese conto del tempo che passava, non sentì nemmeno la fame dato che si era fatto tardi e non aveva ancora mangiato. Finite le prove, Urs, spinto da una forza superiore come se si trovasse in un sogno, raggiunse a grandi falcate il cantante che aveva ascoltato appassionatamente fino ad un momento prima e senza perdere tempo parlò:
-Come ci riesce?-
Il cantante lo guardò stranito.
-Come dici ragazzo? E poi è questo il modo di rivolgersi ad un adulto?-
-Io…mi scusi! Non volevo essere scortese…Mi dice come fa?-
-Come ce la faccio a fare cosa?-
-La sua voce…è strana!-
Il cantante capì a cosa si stesse riferendo e rise sommessamente.
-La mia voce non è strana, è impostata, sono un tenore; significa che ho studiato canto-
-E cosa devo fare per imparare?-
Il tenore squadrò scetticamente quel ragazzo smilzo e rispose.
-Non credo che tu sia veramente interessato…-
-Sì invece! Quando la sentivo cantare non riuscivo a smettere di ascoltarla! Per favore mi dica cosa devo fare e lo farò!-
Il tenore questa volta rise di gusto. Eppure sua moglie non lo prendeva mai in considerazione!
Una volta che riuscì a ricomporsi, il cantante ancora sogghignante osservò con più attenzione il giovane davanti a lui. Gli occhi grandi e particolari di Urs sembravano brillare di luce propria e il suo desiderio di imparare sembrava ribollirgli dentro come un vulcano pronto a sprigionare tutta la sua forza.
-…E va bene, ti darò una possibilità, presentati qui domani alle sette di sera e se dopo aver ascoltato la tua voce avrò trovato qualcosa di interessante ti darò lezioni private!-
-Grazie!- rispose Urs emozionato.
Dopo le prime lezioni di canto, l’insegnante dovette riconoscere che quel ragazzetto strano che lo aveva fermato quella sera in chiesa era davvero un talento con una voce particolare e una buona estensione, così gli assicurò di insegnargli tutto ciò che c’era da sapere sul canto lirico.
Urs decise di prendere seriamente questo suo nuovo impegno, così si presentò dal signor Muller.
-E così…vuoi mollare il lavoro…pensavo che ti piacesse guidare la mia Harley!-
-Sì è così, ma devo fare qualcosa di veramente importante d’ora in poi-
-Ah davvero? E cosa c’è di più importante del portare a casa dei soldi? Hai trovato un nuovo lavoro?-
-Veramente no, io…sto prendendo lezioni di canto e…-
-Ahahah!! Canto!? Ragazzo ma sei impazzito? E cosa pensi di fare cantando? Aspetta che ti scopra tua madre e poi vedremo chi le canterà a chi!-
-La prego, mi lasci spiegare! Per me è veramente importante! Voglio imparare a cantare e non posso ancora dirlo alla mamma! Se lei mantiene il segreto prometto di venire a lavorare qui gratis ogni volta che avrò tempo!-
-Hm…proposta interessante! E sentiamo: dove hai trovato un insegnante di canto?-
-A Lucerne-
-A Lucerne? Non è poi così vicino! E come pensi di arrivarci? A piedi? –
-…So che la Harley è sua signor Muller, ma mi chiedevo se magari…-
-Ah! Sei il solito disorganizzato! …ho capito…puoi tenerla ma il pieno lo paghi tu!-
-Grazie signor Muller! Io…davvero! Grazie mille!-
-Oh non ringraziarmi, lo faccio solo perché so che questa tua nuova fissazione da adolescente durerà forse qualche mese, poi ti stuferai come fanno tutti i ragazzi della tua generazione! Ai miei tempi…-
Il negoziante continuò il suo solito discorso sull’incapacità dei giovani di oggi, ma Urs non lo ascoltava più perché riusciva solo a pensare che forse il suo sogno non era così irrealizzabile.
Salutò il signor Muller ringraziandolo ancora dato che non gli sembrava mai abbastanza e tornò a casa carico di energia.