IL DIVO ITALIA

Fanfiction, dove poter archiviare le nostre fantasie...divine!

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Patty60
view post Posted on 29/5/2009, 08:52




sono riuscita a leggere anch'io ......finalmente e devo dire che sei proprio brava complimenti!!!!!!!
 
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Cuicani
view post Posted on 30/5/2009, 00:04




QUOTE (*Maggie* @ 29/5/2009, 02:49)
Scusa ho usato una parola ambigua (dal doppio significato)! "in serbo" può significare il linguaggio serbo ma in italiano dire "ho in serbo qualcosa per te" significa anche "avere pronto qualcosa di riservato per te", quindi la frase "ho già in serbo qualcosa per le ubers" significa che ho pronta una storia per le ubers, dedicata a voi.

:o: :lol: hehe,... grazie della spiegazione adesso capisco :D che bellooooooooo... un uber fic!

e certo, quando vorrai ti do qualche paroletta in spagnolo :lol: sarà un piaccere! hai Messenger?
 
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*Maggie*
view post Posted on 30/5/2009, 09:27




sì ho messengers! il mio indirizzo è [email protected]

ciaociao!! :*
 
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Cuicani
view post Posted on 30/5/2009, 18:06




okis, grazie ti ho appena aggiunta, sono mqiknyrl@...
 
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*Maggie*
view post Posted on 1/6/2009, 16:17




NUOVA STORIA PER LE UBERS!!

Mi dispiace ma la storia romantica è ancora in fase di costruzione perchè me n'è venuta in mente una completamente diversa, spero di non deludervi! Un bacio e buona lettura!!


LA MUSICA NEL CUORE

Willisau, 27 Novembre 1978


Era una tranquilla domenica mattina a Willisau, paesino della Svizzera. Era il 27 Novembre 1978 e regnava il silenzio in casa Buhler, fino a quando…

-Urs! –

-…Urs! Insomma dove sei finito?-


-Sono in soffitta mamma!-

Dopo aver preso un respiro profondo, Ursula, la madre del piccolo Urs salì a passi pesanti le scale di legno che portavano alla soffitta, e giunta in cima ad esse aprì la porta cigolante.

-Urs tesoro quante volte ti ho detto di non salire qui sopra? Lo sai che tuo papà non vuole che ti avvicini ai suoi attrezzi!-

-Vieni a vedere mamma!- disse il bambino ignorando palesemente il rimprovero.

La mamma scosse la testa e si accucciò accanto al figlio che si era disteso a terra e guardava fuori dalla finestra con occhi pieni di meraviglia.

-che cosa devo vedere stavolta?-

-Guarda il lago! Vedi come brilla quando il sole è così alto? Lo vedi l’arcobaleno?-

-Sì tesoro, ma è solo ghiaccio che riflette la luce, non è niente di speciale, succede da sempre-

-Lo so che succede da sempre, ma io non lo avevo ancora visto, e poi solo perché non avviene una volta sola non vuol dire che non sia speciale!!- rispose seccato il bambino incrociando le braccia, deluso dalle parole della madre che non riusciva a capire quanto per lui quello spettacolo della natura fosse formidabile.

-Ah…Urs bambino mio, hai ragione! Non guardarmi così, la mamma lo sa che hai un’anima d’artista, ma ci sono così tante cose da fare… papà ed io dobbiamo pensare a mandare avanti la casa, permettere a te e ai tuoi fratelli di studiare…faccio fatica a vedere il bello delle cose che ci circondano con tutti questi problemi per la testa! E poi con un ometto stupendo come te i miei occhi non riescono a vedere altro!- Finì la mamma abbracciandolo.

Nel caldo delle sue braccia, ascoltando il battito del suo cuore sulla sua guancia, Urs dimenticò perché si era arrabbiato con lei.

-Andiamo, è pronta la colazione!-

Giunti in cucina trovarono il padre ad aspettarli.

-Come mai c’avete messo tanto a scendere? Il giovanotto non voleva alzarsi?-

-No, stava solo guardando il lago ghiacciato-

-è vero papà! Era bellissimo tutto luccicante!-

-Davvero? Beh oggi… non ho molto lavoro, se ti vesti in fretta possiamo andare a raccogliere legna e vedere il lago!-

Ursula rivolse uno sguardo preoccupato al marito; egli non aveva un vero e proprio lavoro. Il signor Buhler era definito dai paesani come “il riparatutto”; infatti l’uomo era bravissimo a risolvere i guasti di qualsiasi macchinario gli capitasse tra le mani, e poiché un vero riparatore mandato dalle agenzie sarebbe costato moltissimo, tutti in paese lo chiamavano per le riparazioni in fabbrica e nelle piccole imprese. Ultimamente però le cose stavano cambiando: i vecchi marchingegni venivano superati da quelli nuovi che consumavano di meno e necessitavano di minor manutenzione, così il lavoro per il capofamiglia si stava riducendo inesorabilmente.

Il signor Buhler , sedutosi a tavola accanto alla moglie e al figlio raggiunse la mano della donna sotto il tavolo stringendola delicatamente, cercando di tranquillizzare la moglie.

-Prima di pranzo avrò un appuntamento con il signor Kutsner, dice che potrebbero esserci buone possibilità di affidarmi un incarico duraturo-

-Che tipo di incarico?-

-…Questo…ancora non lo so, ma quello che conta è che sia ben retribuito, così Karola non sarà più costretta a lavorare dal fornaio per aiutarci a pagarle la scuola-

Il signor Buhler sembrava molto ottimista, così Ursula gli sorrise e disse:

-Forza, non perdete altro tempo, andate a divertirvi e state attenti!-

Nemmeno mezzora dopo Urs e suo padre erano usciti dalla casa in legno scuro e si stavano incamminando verso il lago. Il bambino quasi correva con passi frettolosi e goffi a causa della neve fresca in cui affondavano le sue gambette fini, mentre il padre lo seguiva trascinando la slitta su cui avrebbero trasportato la legna. Nonostante la fatica e i suoi respiri accelerati che formavano piccole nuvolette di vapore, il bambino non ci pensava nemmeno a rallentare perché voleva arrivare sulle rive il prima possibile.

Edited by *Maggie* - 1/6/2009, 20:44
 
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fiorecuin
view post Posted on 1/6/2009, 16:33




Maggie...omu...niente...le ..parol...mi si strozz..in go..la..... image
 
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*Maggie*
view post Posted on 1/6/2009, 17:57




grazie fiorecuin!! troppo gentile!

CAPITOLO 2


Il tragitto sembrò durare troppo a lungo per il giovane Urs, ma finalmente giunsero a destinazione.

-Bene, prima il dovere e poi il piacere! Raccogliamo un po’ di legna e dopo ci fermeremo a guardare tutto quello che vuoi.-


Urs, anche se un po’ seccato dal dover raccogliere la legna obbedì e cominciò a raccogliere tutti i legni più grossi per dimostrare quanto fosse bravo.

Dopo qualche minuto di ricerca di legname che non fosse marcio, notò un legno massiccio che spuntava dal terreno e così si diresse deciso verso quel pezzo.

Cominciò a tirarlo ma niente, era proprio incastrato! Non si perse d’animo e preso un bel respiro diede uno strattone con tutta la forza che aveva in corpo.

Purtroppo il legno non uscì del tutto, ma i problemi dovevano ancora arrivare: subito dopo il suo strattone, Urs aveva sentito un sinistro scricchiolio sotto i piedi. Confuso non ne capì subito il motivo, poi si guardò intorno e comprese: durante la notte aveva nevicato, nel punto in ombra dove si trovava lui, la neve non si era sciolta confondendo i confini tra la riva e il lago.
La consapevolezza del pericolo in cui si trovava giunse troppo tardi e in un battito di ciglio Urs si sentì come pugnalato da ogni parte mentre i suoi occhi non vedevano altro che buio. La sua bocca si aprì istintivamente in un urlo silenzioso e il dolore triplicò quando l’acqua gelida raggiunse i suoi polmoni.

Urs non riusciva più a pensare da quanto stava male, tutto ciò che provava era dolore che sembrava durare un’eternità, ma in pochi secondi era ricomparsa la luce sopra di lui, un braccio lo aveva afferrato per il cappuccio della giacca e finalmente fu fuori dal ghiaccio.
L’ultima cosa che vide, prima di perdere conoscenza, fu suo padre che lo guardava con aria spaventata e sembrava urlare il suo nome, ma non poteva sentirlo. Poi per Urs fu di nuovo buio.

Quel giorno il piccolo Urs, dopo le prime cure della famiglia, venne portato dal padre all’ospedale della città. Il signor Buhler si sentiva responsabile per l’incidente, perciò decise di portare lui stesso il figlio dal medico, ma così facendo non si presentò al colloquio di lavoro.

Da quel giorno sfortunato la famiglia Buhler fece sempre più difficoltà a mantenere un tenore di vita sufficiente e il nervosismo che questa situazione provocava stava minando la serenità dei genitori di Urs, i quali cominciarono a litigare sempre più spesso.

Presto Urs e i suoi fratelli impararono a convivere con le urla dei loro genitori e i due fratelli più grandi lasciarono la scuola per lavorare a tempo pieno, nella speranza che le cose tra il padre e la madre tornassero come prima.

I ragazzi Buhler speravano veramente che il loro sacrificio aiutasse la famiglia a ritrovare l’unità e la serenità, ma il loro desiderio fu inesorabilmente spezzato quando una mattina si svegliarono in un silenzio quasi surreale, invece di essere destati dalle solite grida.

Urs fu il primo a reagire e corse giù in cucina dove trovò la madre seduta a tavola con il viso stretto tra le mani.

-Mamma…-

La signora Buhler sentendosi chiamare alzò il viso di scatto; i suoi occhi erano rossi e gonfi, ma cercò lo stesso di ritrovare un po’ di contegno poiché non voleva farsi vedere vulnerabile davanti ai suoi bambini.

Gli altri fratelli e sorelle intanto avevano raggiunto Urs e guardarono la madre con sguardo interrogativo.

-Vostro padre…Se n’è andato.- disse lei con voce spenta.

-Andato? Dove?- chiese la sorella più grande.

-Non lo so Karola, non credo che…-

-Non credi cosa? Mamma dove diavolo è andato papà?!- interruppe un fratello.

-Non credo che tornerà Georg! Se n’è andato e basta!-

Con un dolore nel petto simile a quello che aveva provato quando più di un anno fa era caduto nel lago gelido, Urs non riuscì a rimanere nella cucina più a lungo, corse in soffitta, si avvicinò alla finestra da dove si vedeva il lago e tirò così forte le tende che quasi le strappò.

Il bambino si sentiva responsabile; la situazione era peggiorata dopo l’incidente al lago e alla sua curiosità e per questo sentiva che la colpa era tutta sua, era troppo piccolo per capire che la loro serenità familiare era svanita per tutta una lunga serie di motivi che i bambini come lui non potevano ancora cogliere pienamente.

Quel giorno a tavola si trovò da solo con la madre; alcuni dei suoi fratelli erano andati al lavoro per dire al loro datore che erano disposti a lavorare con orari più intensi in cambio di un aumento.

Mentre madre e figlio cenavano, la desolazione era quasi palpabile e il silenzio venne interrotto dal piccolo Urs che disse:

-Posso lavorare anche io se vuoi –

La mamma emise una risata priva di gioia.

-Urs non dire sciocchezze e mangia-

-No mamma davvero, voglio aiutare anche io!-

La madre che, come era prevedibile aveva i nervi a fior di pelle sbattè un pugno sul tavolo facendo tintinnare le stoviglie e con voce incrinata dalla rabbia disse:

-Smettila Urs non essere ridicolo! Hai solo otto anni! Pensa a studiare invece! Sono tua madre, è questo che mi aspetto da te!-

Urs non aggiunse altro, si era reso conto che la mamma era troppo nervosa e non voleva farla arrabbiare ancora di più.
Quella notte non riuscì a dormire, ci teneva davvero ad aiutare la mamma e i suoi fratelli.

La mattina dopo Urs scese a piedi per andare a scuola, dato che era stata riaperta dopo averla sgomberata dalla neve.
Durante tutta la mattinata non riuscì a non pensare che fino a qualche settimana fa quella stessa strada l’aveva percorsa con le sue sorelle che ora invece erano costrette a lavorare.

Tornando a casa passò davanti alla vetrina del piccolo negozio di alimentari, il posto dove avrebbe lavorato suo padre se lui non fosse caduto nel lago impedendo al signor Buhler di presentarsi all’ora designata.
Urs, fermo davanti alla vetrina non potè fare a meno di tormentarsi con questi pensieri, poi, come se avesse preso la scossa sobbalzò e con sguardo risoluto entrò nel negozio.

Edited by *Maggie* - 1/6/2009, 20:49
 
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Patty60
view post Posted on 1/6/2009, 19:38




......che bella......... image
 
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StregaPerAmore
view post Posted on 1/6/2009, 21:01




... "un ometto stupendo come te" .... OMDDDDDDDDDDDDDDDD ... E' ANCORA COSI' ... :cry: :cry: :cry:

image è bellissima ...
 
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*Maggie*
view post Posted on 1/6/2009, 22:42




Visto che sono riuscita a rileggerla e correggerla tutta, ecco il terzo e penultimo capitolo! Come sempre grazie per le belle parole, siete proprio una divosquadra magnifica! :wub:

TERZO CAPITOLO

Tre ore dopo

-Dove è finito Urs? La scuola è finita tre ore fa! Quel ragazzino mi farà impazzire!-

Karola era entrata tutta trafelata nel negozio di cappelli della madre per dirle che Urs non era tornato, così la signora Buhler affidò il negozio all’altra sua figlia che lavorava con lei e presa la giacca si precipitò in strada per trovare il suo bambino.

Lo trovò non troppo tempo dopo poiché lo vide aiutare una signora anziana a portarle la spesa.

-Urs! Ti avviso fin da ora che sei in punizione! Mi hai fatto venire un tale spavento? Cosa credevi di fare?-

-Mamma! Non ci crederai, ho trovato un lavoro! Il signor Muller mi ha permesso di lavorare da lui come commesso!-

-Non dire scemenze! Hai solo otto anni! Ti impedisco di lasciare la scuola!-

-Infatti non la lascerò! Il signor Muller ha detto che mi permette di lavorare solo di pomeriggio se in cambio porto anche la spesa a domicilio!-

Da quel giorno Urs lavorava ogni pomeriggio e alla sera faceva i compiti nonostante l’enorme stanchezza. Tuttavia non si perdeva d’animo; sapeva che forse in questo modo la loro situazione economica sarebbe migliorata e magari sarebbe tornato anche papà. Con questi pensieri in testa riusciva a superare la fatica di dover percorrere tutta quella strada a piedi portando sulle spalle le borse cariche di spesa.

Sette anni più tardi


-Urs! Ragazzo vieni qua!- gridò il signor Muller con la sua voce gracchiante.

-Eccomi-

Il capo del negozio lo studiò attentamente da capo a piedi con i suoi occhi socchiusi e circondati da fitte rughe.

-Hm….sì direi che può bastare…-

-bastare che cosa, signore?-

-Sei abbastanza grande per potertela permettere-

Il giovane Urs, lo guardò incuriosito, poi il signor Muller gli fece segno di seguirlo e lo portò nel retro del negozio.

-Lo sai ragazzo, una volta anche io ero giovane…-

“Ma dai?” lo interruppe sarcasticamente con il pensiero.

-…E come te lavoravo nel negozio allora di mio padre e portavo la spesa a domicilio. Solo che una volta diventato abbastanza grande non fu più necessario portare tutto quel peso a piedi. Mio padre non era ricchissimo, ma non avrebbe mai scambiato la sua Harley per tutto l’oro del mondo!-

-La sua Har…cosa? Non so di cosa stia parlando!-

-Ragazzo ma cosa ti insegnano in quella scuola se non sai cos’è una Harley!- e continuò borbottando sottovoce contro l’ignoranza dei giovani di oggi e altre cose che Urs non riusciva a sentire, dato che stava ancora cercando di capire di cosa l’uomo stesse parlando.

Vedendo che il giovane non sapeva ancora cosa fosse una Harley, il signor Muller alzò gli occhi al cielo e sbottò:

-Oh insomma…Alza quel telo!-

Urs si avvicinò alla massa informe che era coperta dal telo ingrigito. Era piuttosto pesante, ma con uno strattone lo tolse quasi tutto ed i suoi occhi si riempirono di meraviglia.

Quel telo aveva coperto per anni una moto dal colore rosso fiammante!

Urs si girò sbalordito verso il signor Muller.

-E’…Per me!?-

-Hei non montarti la testa, è solo in prestito e la puoi usare solo per lavoro! Se ti becco a sfruttarla per conquistare le ragazze ti licenzio prima che tu possa implorare perdono!-

-Va bene…posso provarla ora?-

-No! Ti ricordo che sei ancora in servizio, la potrai provare dopo il turno!-

Quella sera non arrivò mai troppo in fretta per Urs e finalmente potè provare la Harley. Dopo i primi sballottamenti riuscì a controllarla e nel giro di pochi giorni riuscì a guidarla come se lo avesse fatto da sempre. La stessa signora Buhler, la quale non aveva preso bene la notizia e riteneva che fosse ancora troppo giovane per un mezzo di quelle dimensioni, dovette ammettere che Urs sembrava nato per guidare quella moto.

Grazie alla moto le consegne avvenivano in tempi molto ridotti, così un giorno, non avendo più altro lavoro da svolgere, invece di tornare al negozio decise di rischiare e perciò si diresse oltre i confini della sua cittadina.

Giunse nel paese confinante in cui era stato solo per ricevere le cure dopo l’incidente al lago. Ovviamente allora non era riuscito a guardarsi intorno, così decise di approfittarne in quel momento.

Si fermò nella piazza, spense il motore della Harley e posò lo sguardo sui palazzi che lo circondavano. Poco più in là da dove si trovava vide un locale da cui provenivano molte risate. Stava per entrare quando vide che alcuni uomini erano ubriachi e dato che sua mamma gli aveva insegnato che era meglio starne alla larga, fece dietro front. Anche se aveva solo 16 anni Urs aveva imparato molto in fretta ad essere responsabile e non voleva assolutamente cacciarsi nei guai.
Tornò alla sua moto. Era già seduto e pronto a ripartire quando le sue orecchie captarono il suono dell’organo provenire dalla chiesa illuminata che si affacciava sulla strada.

Sceso dalla moto entrò dalle pesanti porte principali della chiesa e sentì che c’era anche un coro che provava accompagnato dal grande organo.

A casa sua non si ascoltava molta musica, soprattutto da quando il padre se n’era andato e nessuno era stato in grado di aggiustare il vecchio giradischi della nonna.

Urs si sedette su una delle panche situate in fondo alla chiesa e ascoltò affascinato l’assolo di un uomo che cantava un brano in latino. Il giovane non riusciva a comprenderne il significato, ma la calda e potente voce dell’uomo riuscì a tenerlo ancorato ad ascoltare, mentre dentro di sé sentiva un’emozione così forte che venne percorso dai brividi.

Urs non si rese conto del tempo che passava, non sentì nemmeno la fame dato che si era fatto tardi e non aveva ancora mangiato. Finite le prove, Urs, spinto da una forza superiore come se si trovasse in un sogno, raggiunse a grandi falcate il cantante che aveva ascoltato appassionatamente fino ad un momento prima e senza perdere tempo parlò:

-Come ci riesce?-

Il cantante lo guardò stranito.

-Come dici ragazzo? E poi è questo il modo di rivolgersi ad un adulto?-

-Io…mi scusi! Non volevo essere scortese…Mi dice come fa?-

-Come ce la faccio a fare cosa?-

-La sua voce…è strana!-

Il cantante capì a cosa si stesse riferendo e rise sommessamente.

-La mia voce non è strana, è impostata, sono un tenore; significa che ho studiato canto-

-E cosa devo fare per imparare?-

Il tenore squadrò scetticamente quel ragazzo smilzo e rispose.

-Non credo che tu sia veramente interessato…-

-Sì invece! Quando la sentivo cantare non riuscivo a smettere di ascoltarla! Per favore mi dica cosa devo fare e lo farò!-

Il tenore questa volta rise di gusto. Eppure sua moglie non lo prendeva mai in considerazione!

Una volta che riuscì a ricomporsi, il cantante ancora sogghignante osservò con più attenzione il giovane davanti a lui. Gli occhi grandi e particolari di Urs sembravano brillare di luce propria e il suo desiderio di imparare sembrava ribollirgli dentro come un vulcano pronto a sprigionare tutta la sua forza.

-…E va bene, ti darò una possibilità, presentati qui domani alle sette di sera e se dopo aver ascoltato la tua voce avrò trovato qualcosa di interessante ti darò lezioni private!-

-Grazie!- rispose Urs emozionato.



Dopo le prime lezioni di canto, l’insegnante dovette riconoscere che quel ragazzetto strano che lo aveva fermato quella sera in chiesa era davvero un talento con una voce particolare e una buona estensione, così gli assicurò di insegnargli tutto ciò che c’era da sapere sul canto lirico.

Urs decise di prendere seriamente questo suo nuovo impegno, così si presentò dal signor Muller.

-E così…vuoi mollare il lavoro…pensavo che ti piacesse guidare la mia Harley!-

-Sì è così, ma devo fare qualcosa di veramente importante d’ora in poi-

-Ah davvero? E cosa c’è di più importante del portare a casa dei soldi? Hai trovato un nuovo lavoro?-

-Veramente no, io…sto prendendo lezioni di canto e…-

-Ahahah!! Canto!? Ragazzo ma sei impazzito? E cosa pensi di fare cantando? Aspetta che ti scopra tua madre e poi vedremo chi le canterà a chi!-

-La prego, mi lasci spiegare! Per me è veramente importante! Voglio imparare a cantare e non posso ancora dirlo alla mamma! Se lei mantiene il segreto prometto di venire a lavorare qui gratis ogni volta che avrò tempo!-

-Hm…proposta interessante! E sentiamo: dove hai trovato un insegnante di canto?-

-A Lucerne-

-A Lucerne? Non è poi così vicino! E come pensi di arrivarci? A piedi? –

-…So che la Harley è sua signor Muller, ma mi chiedevo se magari…-

-Ah! Sei il solito disorganizzato! …ho capito…puoi tenerla ma il pieno lo paghi tu!-

-Grazie signor Muller! Io…davvero! Grazie mille!-

-Oh non ringraziarmi, lo faccio solo perché so che questa tua nuova fissazione da adolescente durerà forse qualche mese, poi ti stuferai come fanno tutti i ragazzi della tua generazione! Ai miei tempi…-

Il negoziante continuò il suo solito discorso sull’incapacità dei giovani di oggi, ma Urs non lo ascoltava più perché riusciva solo a pensare che forse il suo sogno non era così irrealizzabile.
Salutò il signor Muller ringraziandolo ancora dato che non gli sembrava mai abbastanza e tornò a casa carico di energia.

 
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Cuicani
view post Posted on 2/6/2009, 00:46




buaaaaaaaa che bellooooooooooo!!!!!!!!

la storia del nostro amore snifff... seguiiiiiiiii!!!!!!! jiji
 
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*Maggie*
view post Posted on 2/6/2009, 13:54




CAPITOLO 4

Urs non disse nulla a sua madre e ai suoi fratelli, ma era consapevole che avrebbe dovuto trovarsi un lavoro più comodo che gli avrebbe permesso di continuare la scuola e studiare canto. Così all’alba partiva da casa per distribuire i giornali e in seguito andava direttamente a scuola. Poi al pomeriggio dopo aver fatto i compiti partiva con la moto per raggiungere il suo insegnante.
La sua vita sembrava aver preso una bellissima piega e ciò si rifletteva sul suo umore. Perfino suo fratello maggiore che per lavoro tornava a casa solo nei week end si rese conto che Urs era cambiato.

Una sera la madre decise di parlargli. Lei sospettava che ci fosse una ragazza di mezzo che rendesse il suo giovanotto così felice, di certo non si sarebbe mai aspettata quella che invece era la realtà.

-Allora Urs, mi vuoi dire chi è?- chiese durante la cena.

Tutte la famiglia lo fissò e Urs rimase con la forchetta sospesa a mezz’aria e con la bocca spalancata.

La richiuse e si schiarì la gola.

-Chi è…chi?- chiese confuso.

-La ragazza dietro a cui sbavi, fratello!- rispose uno dei suoi fratelli sghignazzando con le sorelle.

Urs li fulminò con lo sguardo e stava per risponderli in malo modo, ma le parole gli morirono in gola perché la madre intervenne di nuovo.

-Urs caro, sei così diverso! Così…felice! Siamo la tua famiglia, puoi dirci tutto!-

Urs si sentì in colpa, non gli piaceva nascondere le cose a sua madre.

-Mamma…Hai ragione però adesso non sono pronto a dirti nulla…Scusami!-

-Non ti preoccupare Urs, quando sarai pronto me lo dirai, lo sai che ti vogliamo bene!-

Anche se i suoi fratelli fecero una faccia schifata a queste parole, Urs sapeva che erano veritiere, così sorrise a sua mamma e la ringraziò.

Passarono molti mesi e arrivò l’estate e con essa l’occasione per Urs di esibirsi davanti ad un pubblico.
Il tenore con cui studiava gli propose di esibirsi al concerto d’estate che si teneva nella Chiesa in cui si erano incontrati la prima volta. Urs accettò anche se con un groppo alla gola dalla tensione di doversi esibire davanti a tante persone.

Il giovane Urs in meno di una settimana sarebbe diventato diciassettenne, così il giorno del suo compleanno annunciò ai fratelli e alla madre che, se volevano sapere che cosa aveva nascosto loro per tutto questo tempo sarebbero dovuti venire con lui la sera del 3 Agosto nella chiesa di Lucerne.

-A Lucerne? E cosa sei andato a fare fin là?!-

-Ve l’ ho appena detto, lo scoprirete quella sera!-

Il 3 Agosto arrivò e la famiglia Buhler giunse davanti alla grande chiesa gotica. Sulla parete più grande era appeso un cartello con scritto: “Concerto d’Estate”. Si guardavano l’uno con l’altro con espressioni scettiche e incuriosite: che mia poteva farci Urs in questa chiesa? Per un attimo si chiesero se intendeva prendere i voti!

Urs non si vedeva da nessuna parte e la madre cominciò a preoccuparsi mentre tra le mani tormentava un lembo del vestito preferito di Urs; le aveva chiesto di metterselo per questa particolare occasione e lei non aveva saputo dirgli di no.

Il presentatore della serata aveva concluso il suo discorso di apertura e di Urs nemmeno l’ombra. Ursula si guardava intorno e cercava nella grande chiesa dove potesse essersi cacciato suo figlio, così non sentì la presentazione del primo allievo ad esibirsi.

-Mamma guarda!- era stata Karola a farle fissare finalmente lo sguardo sul palco e lo vide. Il suo Urs… era proprio lui!!

Fu proprio nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono che Urs cominciò a cantare l’Ave Maria di Gunoud.
Ursula non riuscì a trattenere le lacrime, la voce di Urs era ancora quella acerba di un ragazzino, ma non per questo meno bravo.
Finito il canto, Urs guardò di nuovo sua madre e la vide in lacrime.

“Oh no! L’ ho delusa! Che vergogna devo aver cantato proprio male se è ridotta così!”

Urs era rimasto sul palco come congelato pensando che la madre adesso non gli avrebbe permesso mai più di studiare e diventare un cantante, poco importava se il pubblico stava ancora applaudendo…non era piaciuto a sua madre!

Finito il concerto l’aspettò fuori dalla porta e quando lei lo vide gli corse incontro abbracciandolo stretto.

-Mi dispiace mamma, pensavo di poterci riuscire! Non studierò più se è ciò che vuoi!-

-Ma….tesoro cosa stai dicendo? Sei stato bravissimo!-

-Cosa? Ma se non smettevi più di piangere!-

-Dalla gioia! Piangevo dalla gioia Urs! Hai una voce bellissima! –

-…Davvero lo pensi? Grazie mamma!- Disse Urs e anche i suoi occhi si riempirono di lacrime liberatorie trattenute per così tanto tempo per paura di non essere capito.

-Urs promettimi di non mollare mai! Devi ancora studiare tanto, hai ancora una voce da ragazzo ma sono sicura che crescendo e continuando gli studi diventerai bravissimo! Non puoi sprecare il tuo talento a costo di enormi sacrifici! L’ho sempre saputo che eri un artista! –

-Lo giuro mamma! E ti prometto anche che se un giorno diventerò famoso ti dedicherò una canzone e tutti la sentiranno! Ce la metterò tutta!-

E si strinsero nuovamente in un abbraccio pieno d’affetto ed emozione.

Anche a distanza di anni, per quanto si possa diventare grandi e cercare di essere forti, il ricordo dell’abbraccio di sua madre in quella sera fu per sempre la fonte da cui Urs traeva tutto il coraggio che gli servì per tentare il tutto e per tutto, anche nel giorno in cui si presentò al provino organizzato da un certo Simon Cowell… ma questa è un’altra storia.


FINE


Ecco qua! Ho sfornato un’altra storia! Mi dispiace se ho deluso le vostre aspettative, immagino che avreste gradito di più una storia romantica! In effetti la mia idea era quella, solo che per prendere spunto ho riletto la storia di Urs nel libro “Il Divo – our music, our journey, our words” e…non c’è stato niente da fare! Le prime pagine del capitolo dedicato a Urs hanno indirizzato la mia fantasia verso la sua infanzia e non ho potuto fare a meno di chiudere il documento word con le prime righe della storia romantica e aprire un nuovo documento per cominciare questa. Ma non preoccupatevi perché finirò anche quella.
Mi sono ispirata molto alle prime pagine del libro, solo i nomi dei fratelli sono inventati, poi non è spiegato perché il padre di Urs abbia abbandonato la famiglia.
Anche se magari non era quello che vi aspettavate, spero che abbiate trovato la lettura piacevole e come sempre sono aperta a critiche e consigli per migliorarmi! J
Un bacio e…al prossimo “ART” ATTACK! ( poco art e molto attack! XD)

 
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Cuicani
view post Posted on 2/6/2009, 17:43




daaaaaaai non preoccuparti MAggie! hai creato la storio degli inizi di Urs... sono commosa :cry: sei brava complimenti
 
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fiorecuin
view post Posted on 2/6/2009, 18:18




Maggie...grazie, sono davvero commossa.. devi sapere che noi adoriamo i nostri ragazzi, le loro voci, tutto di loro..e questa storia meravigliosa avrebbe potuto essere la sua....e mi ha intenerita molto....omu ..il piccolo Urs..era già Splendido allora!!! Scrivi ciò che ti suggerisce il cuore....bravissima!!! Comprese le licenze letterarie.
 
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*Maggie*
view post Posted on 2/6/2009, 21:20




Grazie a tutte per aver letto i miei lavoretti! Vi ringrazio di vero cuore!!

Un bacione!
 
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54 replies since 26/5/2009, 09:48   588 views
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