ok, ecco il primo capitolo, vi auguro come sempre una buona lettura!
Notte di Luce
Pauline poteva dirsi soddisfatta del suo lavoro; certo, il suo stipendio non era quello di un avvocato, ma grazie al suo mestiere poteva permettersi di viaggiare molto e di conseguenza restare lontana da casa. In particolare significava allontanarsi dall’aria tesa che si respirava quando era in compagnia di sua madre, la quale, ritenendo inconcepibile che una donna a trent’anni volesse ancora restare sola, era ansiosa di vederla accasata e con una famiglia tutta sua.
Ma Pauline era di tutt’altra idea: le piaceva essere libera e quindi poter svolgere il mestiere che le piaceva, senza alcuna restrizione.
Era una tecnica delle luci da palcoscenico, e se per molti il suo lavoro era ritenuto come un semplice impiego senza alcuna rilevanza, per lei invece era un’arte.
Il suo mestiere non consisteva semplicemente nell’ illuminare il palco e chi si muove su di esso, ma di trovare la luce giusta per valorizzare l’espressività dell’attore o del cantante, rendere la luce più o meno intensa per enfatizzare l’emozione che essi vogliono esprimere, dare quel senso di movimento in più quando si tratta di una scena d’azione oppure di tranquillità con una luce più soffusa.
Da poco tempo aveva trovato un secondo motivo per cui non era intenzionata a mollare: attualmente il suo ingaggio consisteva nel seguire un gruppo di cantanti nel loro tour europeo.
Quindi doveva trovare il modo migliore per valorizzare l’aspetto degli artisti. Tutti e quattro erano uomini affascinanti; Pauline era rimasta incantata soprattutto da uno di loro: il suo nome, Urs, era particolare quanto i suoi lineamenti marcati che venivano compensati dai capelli riccioluti e gli occhi da cerbiatto.
Pauline non riusciva a distogliere lo sguardo da lui e quando arrivava il momento di illuminarlo, ci metteva una particolare attenzione.
Mentre lo illuminava, spesso sospirava amaramente: non era la tipica ragazza piacente e certamente la sua tuta da operaia non le dava una mano.
Per questo sapeva che le cose non sarebbero mai cambiate: la distanza tra lei ed Urs sarebbe stata per sempre incolmabile.
Di questo Pauline era fermamente convinta, ma la sua sicurezza a riguardo cominciò a vacillare quando un giorno…
-Ah accidenti! Perché non va? Stava venendo un video fantastico!- Disse David uscendo dal camerino che condivideva con Urs.
-Forse l’hai sballottata un po’ troppo, David…sei sempre con quell’aggeggio in mano! – Rispose Urs.
Pauline, che in quel momento stava passando per il corridoio, rimase pietrificata: come mai LORO erano ancora lì?! Aveva deciso di percorrere quel corridoio proprio perché era più veloce per raggiungere la sua postazione, e soprattutto perché a quell’ora i cantanti dovevano trovarsi sul palco già da qualche minuto.
Non potè fare a meno di sentire il discorso tra David e Urs, e vide l’americano in difficoltà con la sua telecamera.
Si schiarì la gola per attirare l’attenzione di David, il quale stava sbatacchiando la sua telecamera sotto lo sguardo perplesso e un po’ scocciato di Urs, dato che non sopportava arrivare in ritardo alle prove.
Al colpo di tosse i due si voltarono verso Pauline che si sentì subito avvampare dall’imbarazzo.
-Ehm…David se vuoi posso provare ad aggiustarla io. -
-Ah, okay, ma...chi sei?-
-Sono Pauline, la vostra tecnica delle luci di scena-
-Capito…scusa se non mi ricordavo chi sei ma…-
-Non fa niente, figurati! Non sei l’unico sai! In fondo è difficile riuscire a vedere in faccia una persona che ti punta un faro negli occhi!-
Mentre David ridacchiava sollevato dalla brutta figura, Pauline si concentrò sulla telecamera. Non fu difficile trovare il guasto e in pochi minuti la telecamera funzionò di nuovo.
-Ecco fatto!- disse lei.
David prese in mano la telecamera.
-Davvero? Proviamo!- e accesa la telecamera riprese Pauline che sgranò gli occhi e si coprì subito il viso.
-Ehi! Dovevi provarla proprio con me?- David la ignorò e assumendo il tono da telecronista aggiunse:
-Miei cari ascoltatori, salutate la nostra amica Pauline che mi ha aggiustato la telecamera! Dai Pauline, saluta!-
Pauline arrossì nuovamente e dopo uno sbuffo salutò verso la telecamera con un gesto della mano.
Durante tutto questo tempo Urs non aveva detto una parola: era rimasto immobile a fissare Pauline e pensare a quanto fosse intenso lo sguardo di lei mentre si dedicava ad aggiustare la telecamera, per poi sembrare ancora più carina quando si era imbarazzata in seguito al primo piano che David le aveva riservato.
Presto Urs si riprese da quel momento particolare e come colpito da una scossa sobbalzò e si rivolse a David.
-Siamo in ritardo! Andiamo dai!-
-Hai ragione, Carlos starà già imprecando in spagnolo…Ciao Pauline!-
Urs la salutò solo con un cenno dalla testa e lei, impacciatamente fece lo stesso.