| Grazie a tutte per i complimenti! spero di arrivare in tempo per quelle che stanno per partire!
CAPITOLO 5
Pauline sgranò gli occhi.
- Urs…ho capito bene? Venire via con te? Ma lo sai che mi sono licenziata…-
-No io non intendevo questo, parlavo di me…non pensare al gruppo…staresti con me?-
Finito di dire ciò, Urs riuscì finalmente ad alzare lo sguardo e fissarla in viso, così Pauline non potè fare a meno di notare come gli occhi di lui erano intensi e pieni di speranza. Pauline non sapeva cosa rispondere: come poteva uno come lui volere una come lei?
- E quella donna? Quella che è venuta in albergo…Non è la tua fidanzata?-
- Quella donna? Non la conosco nemmeno! Durante la notte non avevo dormito e di mattina ero così intontito che non sono riuscito a reagire; mi è saltata addosso e mi ha baciato, poi è scappata via urlando felice…Non credo che avesse tutte le rotelle al posto giusto…-
Pauline si ammutolì perché stava pensando: “ se solo fossi rimasta a guardare qualche secondo in più…”
Urs, non ricevendo alcuna reazione dalla ragazza, prese un respiro profondo e lentamente si alzò e scese dalla moto; le si avvicinò, appoggiò le mani sulle spalle di lei e guardandola dritta negli occhi le sussurrò:
-ti prego…per favore vieni via con me!-
Pauline, come succede nei momenti più assurdi, non poté non notare come il suo viso, così vicino e illuminato dalla luce di un semplice lampione di strada potesse sembrarle ancora più bello.
-…Va bene!- rispose lei sorridente.
Lui contraccambiò il sorriso con il suo, però non seppe come reagire così la strinse in un abbraccio impacciato.
-Allora…sarà il caso che andiamo, o perderemo l’aereo!-
- Ok, ma prima devo avvisarlo!-
-Avvisarlo? Chi?-
-Max, il ragazzo che mi ha invitato stasera!-
-Ah, quello…- disse Urs poco entusiasta.
Pauline entrò nel ristorante e avvistato Max gli corse incontro.
-Ah, eccoti finalmente!-
-Max, scusa se ti ho fatto aspettare ma…ecco sto male, devo andare!-
-Stai male? Cos’hai?-
-Uhm…è un raro caso di…Ursite, devo partire di nuovo per l’Europa, mi dispiace!-
-Ur…che? Ma…sei sicura? Non vuoi che ti accompagni?-
-No assolutamente, è contagiosa e…-
-Signorina, prego da questa parte, dobbiamo andare!- interruppe Urs che silenziosamente era entrato e si era accostato a Pauline.
-E lui chi è?- chiese Max.
-Lui è…-
-Il dottore, ora se non le dispiace dobbiamo proprio andare! Arrivederci-
E presa Pauline per il braccio la scortò di fuori.
Appena furono fuori Pauline si discostò e chiese:
-Urs! Ma…che cavolo sei entrato a fare?-
-Niente! Volevo vedere questo amico…Mark-
-Max!-
-sì lui…-
-E perché?-
Urs rispose facendo spallucce e infilatosi il casco fece un leggero inchino a Pauline allungando la sua mano verso di lei per aiutarla a salire sulla moto.
Bastò quel gesto per far dimenticare a Pauline perché si era spazientita un attimo prima.
Giunti in aeroporto, presero l’aereo che li riportò in Europa dove parteciparono agli ultimi concerti, ma questa volta Pauline sedette tra il pubblico. Dopo il concerto a Budapest, Urs si cambiò al volo e dopo aver trovato Pauline, insieme si avviarono nel retro del teatro dove li attendeva la moto.
Urs la portò a fare un giro intorno alle rive del fiume Danubio, dipinto di arancio dai riflessi del castello di Buda, illuminato da luci dai colori caldi.
Si fermarono e parcheggiata la moto, salirono sul ponte che collegava la parte antica della città con la nuova. Durante il tragitto potevano sentire gli artisti di strada che con maestria allietavano le serate di coloro che decidevano di attraversare la città, e come in un sogno non si resero nemmeno conto di essersi presi per mano. Quando Pauline se ne accorse, Urs sentì la mano di lei irrigidirsi nella sua, così lasciò andare la sua mano e appoggiò il palmo sulla schiena di lei per indicarle di fermarsi sotto una delle statue che adornavano il ponte.
-Pauline…- iniziò Urs.
-Sì?-
Urs si passò una mano tra i capelli, come imbarazzato e disse:
- quello che volevo dirti l’altra sera è che…non sono bravo a parlare dei miei sentimenti e anche adesso sto facendo molta fatica…però ci tendo a dirti che…-
La ragazza non riuscì a sentirlo perché scoppiarono i fuochi d’artificio sull’acqua, come accadeva spesso a Budapest in alcune sere d’estate. Urs, accortosi che Pauline non riusciva a sentirlo sopra tutto quel baccano, dovette ripetere più volte, anche urlando ma non fu sufficiente, così dopo aver sbuffato la baciò.
Quindi Pauline non era riuscita a sentire Urs mentre le dichiarava quanto l’amasse, ma dopo quel bacio, carico di emozione, le parole sarebbero state insufficienti ad esprimere quello che essi provavano l’uno per l’altro; è vero, in fondo non si conoscevano poi così bene, e come spesso accade non tutte le storie d’amore sono rose e fiori, ma è l’imperfezione di ognuno di noi a renderci perfetti, e come Pauline si ripeterà sovente da quel momento in poi, non sempre l’illuminazione giusta, che rende tutti migliori è quella pensata e progettata a tavolino, ma quella spontanea che nasce dal cuore, durante una notte di luce.
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