ECCO L'ARTICOLO ...
MITI
tenori da classifica
Allora: ci sono un francese, uno svizzero, un americano, uno spagnolo.
scelti, tramite casting, dal megaproduttore
Simon Cowell in base a talento lirico
e prestanza pop; scaraventati in uno studio
di registrazione; di Armani vestiti
e lanciati alla ribalta. Non è una barzelletta:
22 milioni di cd venduti dopo eccoli
di ritorno, con 11 nuove canzoni e un cruccio:
perché in Italia non se li fila nessuno?
GIOVANI,
BELLI E VIRTUOSI
«La fuerza mayoooooorrrrrrrrrrr/ està en el
amoooooooooorrrrrrr/ es interioooooooooooooooorrrrrrrrr».
Insomma, si, ci siamo capiti: basta ascoltare
il casigliano mélo di questa nuova versione
di
The Power of Love, gloriosa hit anni Ottanta
dei Frankie goes to Hollywood, qui irrobustito da gran
gargarismi verdini, per capire da che parte stiamo. E cioè:
al cospetto de Il Divo, i quattro moschettieri della lirica pop.
O magari i frutti di tempestosi intrecci d’amore tra Katia Ricciarelli e i California Dream Men. Perfino l’addetta stampa sorride: «Sembrano quelli delle barzellette: “ci sono un americano, uno spagnolo, un francese e uno svizzero”»... E c’è un inglese che li ha messi tutti insieme: Simon Cowell, superproduttore di mille boy band, e inventore di format come
X Factor, che nel 2002 indice casting per aggredire un target maturo e benestante, da Suv con interni in pelle. E sono venuti fuori questi quattro. Bravi bravissimi, vendutissimi in tutto il mondo (22 milioni di cd, snocciolano contenti alla Sony), eroi da stadio (anche all’apertura degli ultimi mondiali di calcio) ma con un cruccio: l’Italia, dove ancora non sono riusciti a sfondare. In compenso, irruenti, ci provano con la porta di Acanto, il risto-chic del Principe di Savoia dove il fotografo di
Style li attende per una foto di gruppo milanese. La buona notizia è che, dopo qualche accenno di broncio all’indirizzo dell’obbiettivo, si siedono a tavola composti, e si rivelano simpatici.
Si fa presto a dire Il Divo. Presentatevi, prego.Quello col ciuffo all’insù: David Miller. Tenore, americano, 35 anni. Ho studiato al conservatorio Oberlin in Ohio. Ho cantato anche qui alla Scala, nella produzione di West Side Story.
Quello tenebroso stile latin lover: Carlos Marin. Da Madrid, 39 anni, baritono. Allievo di Montserrat Caballé e Afredo Kraus. Vengo dai musical e dall’opera: La Traviata, la Butterfly, tutta la trafila.
Quello con i capelli lunghi, che si rifiuta di sorridere per il fotografo: Urs Bühler, tenore svizzero, classe 1971. Ho studiato a Lucerna e poi all’opera di Amsterdam. Ma ho cantato anche a Salisburgo, sotto la direzione di Claudio Abbado. In coro.
Quello con lo sguardo furbo e i capelli corti: Sebastien Izambard, Seb per le fan. Sono francese, del 1973. Il mio ruolo è «vox populi», un modo per dire che non vengo dalla lirica, ma dalla musica pop.
Percorsi di tutto rispetto: eppure c’è chi vi considera dei modelli prestati alla musica.URS: Be’, tutto quello che indossiamo viene fornito da Giorgio Armani. Dieci completi a stagione, gratis. Ottimo, no?
CARLOS: Tutto su misura. Noi siamo adatti a lui, e lui è adatto a noi. Aiuta a definire la nostra immagine. E ogni volta è anche molto ospitale con noi.
Oltre a sfoggiare questo impeccabile stile tra Luciano Pavarotti ed Eros Ramazzotti, come vi godete la vostra vita da idoli pop?DAVID: Mah, appena posso m’imbosco a New York con la fidanzata. Il massimo è stato trovare casa: un appartamento dalle parti di Ground Zero. Il che rappresenta un richiamo alla fragilità della vita: ma riuscire a prendere casa resta una fortuna, di questi tempi.
URS: Si, è alla casa che ci si aggrappa, quando si fa questa vita che lei definisce da popstar. Io sono stato per due anni con tutti i miei averi chiusi in due magazzini, uno a Londra e uno nelle campagne francesi.
Avete duettato con Barbra Streisand e Céline Dion. Chi è la più insopportabile delle due?CARLOS: No, hombre, no... sono entrambe fantastiche e basta.
SEB: Certo la Streisand l’abbiamo pure seguita in tournée, la conosciamo meglio.
E perché non duettare con Amy Winehouse?URS: Uhm, si, bellissima voce... interessante. Ma anche Laura Pausini, Christina Aguilera, Alicia Keys.
Già, le donne: siete studiati per sedurle...CARLOS: Eh. Ogni volta è una pioggia di biancheria intima sul palco. Però siamo tutti fidanzati o sposati.
URS: E ci sono controindicazioni: cercano di strapparti i vestiti di dosso. In Sud Africa, una volta mi hanno fatto sparire una scarpa. O era Zurigo?
DAVID: Memorabile la groupie giapponese ottuagenaria che, nella calca di fine concerto, con la faccia schiacciata sotto il palco, strillava «I love you»...
Cosa, invece, odiate della vita da classic popstar?SEB: Girare per il mondo e non fermarsi mai per mesi. Passare tutto questo tempo seduti in aereo o in una limousine. Bruciando tempo e calorie.
DAVID: Alla fine l’unica vera libertà che hai è quando sei davanti a un pubblico, con il tuo microfono. Tutto il resto è disciplina, lavoro, scelte fatte per te.
CARLOS: Pure nel tempo libero, ricasco nella musica. L’anno scorso sono stato in Spagna a produrre musical, e anche il primo cd di mia moglie “Innocence”.
Insomma, basta lavoro! Trovatevi qualcosa in cui sperperare il poco tempo libero che avete.DAVID: Safari in Sud Africa. Stracciatella e scarpe, a Milano.
URS: Mobili per la mia nuova casa! Quando inizia il Salone del Mobile?
CARLOS: lo spendo molto girando per locali notturni a Madrid.
SEB: A me basta passare ogni momento libero con i miei gemellini di sei mesi. E fare da mangiare, qualcosa per loro e molto «chicken parmigiana» per me.
Promessa: melodie a cascata
Cosa ascoltiamo quando ascoltiamo Il Divo?
Sul nuovo cd The Promise (Sony/BMG, dal 10 novembre), tra le altre cose: uno spiritual immortale come Amazing Grace e un vecchio pezzo degli Abba: la meravigliosa Hallelujah di Leonard Cohen resa in spagnolo, un Adagio di Franz Schubert. Per gli espertoni è tipico «crossover»: una miscela di melodie molto popolari, interpretate con enfasi lirica; cascate d’archi, impasti vocali, echi romantici a perdere. Indigesti per alcuni, ma irresistibili per chi, ad esempio, ami Andrea Bocelli o Julio Iglesias.di Pier Andrea Canei
Style - Novembre 2008