IL DIVO ITALIA

DAVID MILLER, ... il tenore americano

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StregaPerAmore
view post Posted on 23/10/2009, 12:44




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imageavid Miller, americano, il componente più alto del gruppo, nasce il 14 aprile 1973 a San Diego, ma cresce a Littleton, Colorado. Del suo passato dice: “Alle medie mi sono ritrovato a prendere parte ai musicals perché avevano sempre bisogno di ragazzi. Ho interpretato Rooster in Annie, e Noah in Two by Two. Il mio insegnante si raccomandò perché studiassi con Richard Miller (nessuna parentela) all’Oberlin. Quel che mi ha ispirato a cantare l’opera è stata La Bohème. Il mio compagno di stanza mise una registrazione di Luciano Pavarotti e Mirella Freni, “Wow!” pensai, “Voglio cantare quel do di petto e mantenerlo per il doppio del tempo”. Nonostante ci sia molta pressione intorno al mondo dell’opera, decisi che mi ci sarei dedicato, specialmente visto che mio padre mi ha sempre ripetuto: “Meglio mirare alle stelle e mancarle, che mirare ad un gruppo di mucche e centrare il bersaglio””.

Il tenore dagli occhi grigio-blu si diploma all’Oberlin, un conservatorio che molti artisti preferiscono alla più famosa Scuola di musica Julliard. David ottiene il suo titolo di studio in Vocal Performance, titolo che comprende anche teoria, allenamento all’ascolto, storia della musica e pianoforte, oltre che lezioni di dizione e di lingua italiana, tedesca e francese. Il professor Richard Miller dice di David: “Era un piacere insegnare. La sua crescita durante gli anni all’Oberlin mi ha regalato una profonda soddisfazione personale. Possiede tutto ciò che è necessario per essere un professionista: una voce eccellente, una tecnica raffinata, abilità interpretative e di scena e una profonda conoscenza musicale".

Prima de Il Divo, David si stabilisce a New York per un decennio; la sua carriera aveva già attraversato 45 diversi ruoli di opera e teatro musicale. Fin dal suo straordinario debutto nel 1997 con la parte di Alfredo ne La Traviata con la Washington Opera, David si dimostra uno dei migliori giovani tenori americani sulla scena operistica. Le sue esibizioni lo portano attraverso America, Australia ed Europa, compresa una splendida interpretazione di Toni in West Side Story al teatro “La Scala” di Milano.

E’ un uomo eclettico: ama il cinema ed il suo film preferito è ‘Guerre Stellari’; qualcuno lo definisce un amante del rischio a causa dei suoi hobbies che includono motociclismo e snowboarding. Per quel che riguarda la musica adora la tecno. Dice di sé: “L’opera è ciò che faccio, non ciò che sono. Non la ascolto quando sono a casa, mi piace l’hard rock, le bands alternative e la tecno: Korn, Third Eye Blind, System of a Down. Un altro mio hobby consiste nel fare il deejay… mi capita persino di essere più nervoso facendo questo che quando devo cantare”.

L’impegno che oggi dedica a Il Divo e ai tour non lascia molto spazio per il tempo libero, cosa che ha ribadito in diverse interviste, ricordando come avesse molto più tempo a disposizione quando si dedicava all’opera.

I primi anni della sua carriera sono straordinari. Uno dei picchi più alti è sicuramente il successo del suo ruolo ne La Bohème prodotta da Baz Luhrmann, che si apre a Broadway nel dicembre del 2003. Luhrmann, più famoso come regista di film di successo come Romeo & Juliet, Strictly Ballroom e Moulin Rouge!, è conosciuto per avere occhio e orecchio per il drammatico; la scelta di David Miller per il fondamentale ruolo di Rodolfo è in linea con le caratteristiche di qualità e professionalità che contraddistinguono il lavoro di Luhrmann, ma rappresenta anche un’occasione unica di visibilità per il talento e l’incredibile voce di David.

Entrare a far parte de Il Divo ha rappresentato per David, come per gli altri componenti, un’avventura. Certo, sapeva che centinaia di cantanti avevano tentato l’audizione per quel ruolo, ma lui dice di non aver saputo che dietro a questo progetto ci fosse Simon Cowell fino a che non arrivò il suo turno. “Mi hanno detto: ‘Simon ti vuole vedere’, ‘Simon chi?’, ‘Simon Cowell’; allora ho detto ‘oh cavolo! Questo sarà molto più difficile di quello che pensavo’”. Gli era stato detto che le fans de Il Divo sarebbero state di un certo tipo e si sorprese a scoprire che invece appartenevano alle categorie più diverse, oltre le aspettative di chiunque. “Inizialmente avevano pensato che le fans avrebbero potuto essere più che altro delle casalinghe” dice David, “Ma in realtà sul sito si muovono donne da 13 a 85 anni e ci sono anche molti uomini”.

Nella nascita del gruppo, la musica doveva essere studiata nei minimi dettagli, come una buona sceneggiatura è alla base del successo di un film. “Non vogliamo attingere al repertorio classico, in modo da non alterare cose che potrebbero attirare le critiche dei puristi”. Ma quando venne loro proposto il successo “Unbreak My Heart”, scritto da Diane Warren per Toni Braxton, il gruppo non ne fu entusiasta. “E’ una canzone da 'ragazza’ abbiamo risposto, ma loro erano convinti che noi avremmo potuto farla, come se fosse un uomo a cantarla. Così ci abbiamo provato in inglese ma non ha funzionato. Usavamo uno stile che richiamava troppo quello di Toni, con il risultato di un suono decisamente femminile. Nel momento in cui abbiamo tentato con lo spagnolo l’atmosfera si è fatta più calda e c’è stato come un ‘click’”, queste le parole di David. In ogni caso realizzare quel primo album ha richiesto molta professionalità e una buona pianificazione. Non c’è stato tempo per conoscersi e diventare amici, o per abituarsi agli stili di ognuno. I ragazzi avevano un lavoro da fare. “Siamo entrati, una stretta di mano e ci siamo detti: ‘ok, ci rispettiamo a vicenda come artisti, quindi andiamo a fare il nostro lavoro’”. David dice che lo stile musicale de Il Divo spazia dal pop all’opera, un mix di tecniche e atmosfere che molti non si aspettano. Cantare in diverse lingue e provare a scegliere in quale lingua cantare a seconda della canzone ha rappresentato un’altra sfida. “Abbiamo provato a cantare in inglese, spagnolo e italiano e di alcune canzoni esiste l’intera versione in ognuna di queste lingue, col risultato che abbiamo registrato circa 45 canzoni, delle quali 12 sono finite nell’album”.

Il Divo non ha un leader, a meno che non si conti Simon Cowell. “Il Divo è una democrazia” ha detto David. Senza un cantante leader (si danno turni di volta in volta) hanno imparato a lavorare insieme in armonia. “Rappresentiamo abbastanza bene gli stereotipi dei nostri paesi. Se Carlos non avesse fatto il cantante sarebbe stato un torero. Sébastien è sensibile e ama il buon cibo e il buon vino. Urs è come un orologio svizzero: ci tiene ad essere sempre puntuale. E io sono americano, quindi parlo molto. Ma ci divertiamo insieme e siamo quasi fratelli”.

David ama sottolineare che i componenti del gruppo non sono dei supermen o dei semplici indossatori che vestono Armani. “Siamo persone normali che spesso vestono Jeans e T-shirt. A Urs piace la musica heavy metal, Sébastien preferisce il pop e io amo la tecno. Siamo semplicemente quattro ragazzi con voci allenate che fanno ciò che sanno fare meglio! Da quando abbiamo iniziato questa avventura il sound de Il Divo si è evoluto e quello che abbiamo creato è qualcosa di completamente nuovo ed estremamente stimolante”.

Insieme ai suoi compagni David sa che il suo duro lavoro e il suo talento non sono sprecati. La musica che fanno, le persone che riescono a raggiungere e la fama che conquistano sono ciò che caratterizza la musica stessa: emozioni, sentimenti, essere trasportati in un altro posto dal semplice suono della voce umana. David dice che il loro pubblico sta ancora cercando una parola per definire il genere de Il Divo: “Qualcuno la chiama pop, qualcuno opera. Qualcuno la chiama popera e qualcuno ancora inverte i due termini, ma quello che facciamo è cantare musica pop con tecniche che appartengono all’opera classica, in realtà non cantiamo nessuna opera”. E lui lo sa perché lo ha fatto.

Edited by StregaPerAmore - 3/2/2010, 10:00
 
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