IL DIVO ITALIA

Sébastien: Je Ne Regrette Rien

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StregaPerAmore
view post Posted on 25/10/2009, 21:46




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Quando ero bambino non avevamo molto denaro e ci fu anche una volta in cui rubai del cibo. Forse non sorprende che, quando l'ho raccontato recentemente ad un giornalista, il titolo in cima all'intervista era 'Il ladro'. Poichè fu un gioco di parole, non mi importò. La mia vita attuale, e le mie speranze per il futuro, sono ancora influenzate dai tempi duri che ho passato da bambino, e ora so che quei giorni non saranno mai cancellati completamente dalla mia memoria.
I tempi grezzi lasciano una cicatrice, ma ti rendono anche più forte, ed è a causa delle mie cicatrici che sono la persona di oggi.

Fino a quando avevo 6 anni, andava tutto bene nel mio mondo. Vivevo con mia madre Marie e mio padre in una piccola stanza di 10 m², che una volta erano i quarti dei servi di un ampio edificio nel Sedicesimo Arrondissement, un'area esclusiva e molto chic di Parigi, dove ci sono molte ambasciate ed opulenti palazzi di proprietà privata. E' un'area molto costosa, famosa per il suo Quartiere Chaillot, i suoi grandi viali Secondo Impero, eleganti café, musei affascinanti e i Giardini del Trocadéro.
L'edificio in cui vivevamo era di proprietà della mia bisnonna materna, Mémé Denise. Le era stato donato come regalo di nozze negli anni '70 del 1800, e molti altri membri della famiglia vi abitavano.

I bei tempi non erano destinati a durare. Subito dopo il mio sesto complenno, mio padre abbandonò me e mia madre e se ne andò da casa, senza mai tornare. Quando lui c'era avevamo poco denaro, ora ne avevamo ancora meno. Il nostro mondo stava girando male.
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Anche se mia madre, che lavorava in negozi di abbigliamento e dal 1980 come stilista di moda, si gestiva sempre per poter avere cibo nei nostri piatti, è stato un periodo realmente duro per lei facendo così, ed è stato fondamentale, benchè lo facesse bene per darci una dieta bilanciata. In un'occcasione, dopo che lei aveva raccontato che avrebbe desiderato avere un melone che io sapevo non poterci permettere, andai in una drogheria costosa appena fuori dal nostro edificio, ne presi uno, lo nascosi nella mia giacca e lo portai via. Sapevo di fare qualcosa di sbagliato, ma il desiderio di farle piacere superò la paura di essere preso.

Comunque, quando arrivai a casa con il mio trofeo, le cose non andarono proprio come me le aspettavo. Lontano dal ringraziarmi, mia madre fu assolutamente orripilata da quello che avevo fatto, e avendomi fatto un lungo discorso sul rubare, mi portò direttamente alla drogheria e me lo fece restituire al responsabile. Naturalmente lei aveva il diritto di farlo, ed è stata un'esperienza così terribile ed umiliante che da quel giorno mi curò dal taccheggio.

Non è stata comunque la fine della mia delinquenza giovanile. Per esempio, quando avevo circa 10 anni rubai un assegno dall'ufficio di mio zio, dopo che si era rifiutato di comprarmi un giocattolo quando eravamo fuori insieme per spese. Tornati nella casa di campagna della mia bisnonna Mémé Denise, dove lui viveva, strisciai nella sua stanza, aprii lo scrittoio e presi un assegno dal suo libretto degli assegni. L'avevo visto fare a mio zio mentre pagava e pensai che quello era tutto il necessario. Quando tornai al negozio per comprare il giocattolo, la commessa diede un'occhiata all'assegno in bianco, prese il telefono e chiamò mio zio.
"Suo nipote è quì con un assegno non firmato", la sentìi dire, e quando mi spostai da un piede all'altro, sapevo di essere stato davvero un cattivo ragazzo.

Lo zio Pierre, che era il fratello di mia nonna materna e un uomo adorabile, era così arrabbiato quando tornai a casa che mi schiaffeggiò così durò che mi fece piangere. Ero così furioso per questo che mi presi la mia vendetta alla prima occasione. Mi intrufolai nella sua stanza, tirai fuori qualche suo vestito dall'armadio e ci feci piccoli tagli con un paio di forbicine. La volta successiva che mio zio indossò una delle giacche, vide immediatamente quello che avevo fatto e corse nella stanza della mia bisnonna per mostrarglielo. Una volta che si riprese dallo shock iniziale, Mémé Denise tirò indietro la testa e rise, aggiungendo "Mi fa piacere. Erano brutti vestiti e avevi bisogno di comprarne dei nuovi". Questo lo rese ancora più furioso. Sono abbastanza sicuro che il suo atteggiamento era "Ti serva da lezione. Non avresti dovuto essere così duro e avresti dovuto comprargli il giocattolo. Tu hai molto denaro e lui no".

Siccome mia madre doveva lavorare così tante ore per aiutarci, sono stato abituato a rimanere a casa da solo, e presto imparai ad essere indipendente. Quando avevo 12 anni cuocevo torte per lei quando tornava a casa dal lavoro tardi la notte.

In un modo o nell'altro, non è stata un'infanzia semplice, e poichè lo trovo ancora molto doloroso ricordare certe cose, rimane un argomento di cui non amo parlare a nessuno. Per me, la crescita è stato più un caso di crescita fuori dai guai. Prima dei 6 anni, sono stato testimone di molta violenza, droghe e cattivi comportamenti, il genere di cose che nessuno, soprattutto un bambino, dovrebbe vedere. Essere testimone di tali cose ha un impatto sulla tua psiche, ti rende molto diffidente ed introverso e incline a tenerti tutto dentro, ma grazie all'aiuto dello specialista che i bambini possono avere, penso di essere in grado di convivere con la mia difficile infanzia.

Dopo che mio padre ci lasciò, mia madre, che aveva solo 18 anni quando mi ha avuto, non ha mai avuto veramente una vita sua e non ho mai dimenticato i sacirifici che ha fatto per me mentre crescevo. Appena ebbi un po' soldi, che feci quando mi aggregai al Divo, il mio primo pensiero fu di aiutarla finanziariamente e pagarle tutti i debiti. Le comprai anche un gattino, che ama. Mi faceva sentire molto felice essere in grado di fare cose come queste per lei.

Durante la mia infanzia, stavo molto con mia nonna Jacqueline. Passavo sempre tra il suo appartamento, che era al secondo piano, e la stanza di mia mamma in cima all'edificio. La mia 'Mimine' è sempre stata, e ancora lo è, una figura chiave nella mia vita, e al pari di mia madre, è stata principalmente responsabile nel farmi diventare la persona che sono oggi. Sebbene 'mamie' è una parola usata per dire nonna in francese, non l'ho mai amata perchè la faceva sembrare più vecchia di quello che era – aveva solo 20 anni quando ha avuto mia madre. Invece, io la chiamavo 'Mimine', che significa piccola mano in francese, perchè era così gentile e mi dava piccoli colpetti sulla fronte e sulle guance con la mano. Lei aveva un po' di denaro, ma mia madre è sempre stata molto orgogliosa e indipendente, e non avrebbe mai accettato alcun aiuto da nessuno, inclusa sua madre.

Mentre crescevo, la maggior parte del tempo vivevo nel mio mondo, dove la vita era colorata piuttosto che bianca e nera. Ero come una spugna, assorbivo tutto, tenendo tutto dentro. Inusuale per un bambino, spesso sognavo di possedere una casa, e sapevo esattamente che tipo di casa sarebbe stata. Per me, una casa simboleggiava rifugio e protezione per le persone che amavo e che avrei amato. Quando ero in giro, sarei rimasto in piedi guardando fisso varie case e se ce n'erano di particolarmente attrattive, avrei sognato ad occhi aperti e pensato, 'Sì, vorrei vivere in quella'. Ora, grazie a Il Divo, ho raggiunto quell'ambizione dell'infanzia. Ora posseggo 2 case, una a Londra dove passo la maggior parte del mio tempo, e una a Parigi, per le vacanze. Questo significa che sarò sempre in grado di provvedere ad un rifugio per la mia famiglia e gli amici, qualora ne avessero bisogno.

La mia infanzia è stata spesso abbastanza confusa. Mémé Denise possedeva una casa molto carina in campagna, a circa 45 minuti da Parigi a Louveciennes, e la mia vita era confortevole quando ero lì. Potevo mangiare cibo gastronomico per il soddisfacimento del mio cuore: c'erano sempre piccole specialità da acquolina in bocca sui tavoli a lato. Amavo le cose semplici nello stare lì, ascoltare gli uccellini, raccgliere mirtilli per fare deliziose torte di mirtilli, andare in chiesa la domenica con Mémé Denise, sentire l'erba tra le scarpe, stare solamente con la mia famiglia. Il Natale era semplicemente meraviglioso lì. La casa era sempre bella, ma ancora di più durante le festività. Soprattutto, era un momento in cui tutti in famiglia eravamo insieme, un momento in cui mi sentivo sicuro e amato, un momento che mi faceva dimenticare le battaglie e le difficoltà degli altri 11 mesi dell'anno. Il Natale è ancora il mio periodo favorito dell'anno. Amo decorare l'albero e cucinare il pranzo per le persone che amo.

Un'altra confusione derivava dal fatto che provenivo dal Sedicesimo Arrondissement e andavo a scuola con ragazzi la maggior parte dei quali proveniva da ambiti benestanti, la gente pensava sempre che anch'io fossi un bambino ricco. La verità era che, malgrado il lavoro molto duro, mia madre non ha mai fatto molti soldi. Trovai comunque un gruppo di amici i cui ambiti di provenienza non erano molto differenti dal mio. Non mi è mai veramente importato essere diverso dagli altri ragazzi a scuola, perchè riuscivo sempre a farmi degli amici, senza guardare la mia posizione sociale o la loro. Fino ad oggi, rispetto le persone qualunque sia la loro situazione nella vita. E' secondario per me ringraziare l'autista delle limousines su cui viaggiamo o il facchino che raccoglie le mie borse.

'Amo questo di te', dice sempre Renée la mia fidanzata. 'Non tutti lo fanno.' Lei è lo stesso: rispetta le persone, non importa chi sono o che cosa fanno.

Io mi domando se il fatto di non aver avuto un'infanzia confortevole mi abbia reso più sensibile e più predisposto a simpatizzare con i problemi delle altre persone. Tre anni fa ho incontrato il Dr. Philippe che mi ha introdotto all'AMTM (Assistance Médicale Toit du Monde), una carità che aiuta le comunità impoverite ad avere accesso all'acqua pulita e all'assistenza medica, attraverso la loro assistenza vitale. Tutto il denaro donato va direttamente alle persone bisognose, così Il Divo ed io ora lo supportiamo in qualunque modo possiamo. Mi rende molto felice essere in grado di fare ciò. Ora che sono così spesso via con Il Divo, non riesco più molto ad andare negli ospedali come facevo fino ad ora e suonare la chitarra per i bambini che hanno il cancro e altre condizioni di vita pericolose, ma li porto sempre nel mio cuore.

Attualmente, confrontato a molta gente, sono benestante, ma a causa delle mie esperienze passate su cui mi soffermo, non mi sento sicuro, ed ho ancora i piedi fermamente saldati a terra. Per esempio, sebbene mi piaccia viaggiare su jet privati, essere accompagnato dovunque e stare in hotel di lusso, amo anche stare un paio di settimane ogni anno a casa di un amico a Nollane nel sud della Francia. Quando sono lì, dormo su un materasso sul pavimento, lavo i piatti, cucino i pasti e faccio la doccia all'aperto. Sono capace di bagnare i miei sensi ascoltando l'oceano, odorando la lavanda fresca e i pini, e questo mi fa tornare alla realtà. Ho bisogno di farlo ogni tanto, sono sempre state quelle cose semplici che serbo nel cuore.
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Le mie esperienze iniziali mi hanno lasciato tre eredità. Queste mi hanno reso molto cauto nell'utilizzo del denaro, mi hanno lasciato il voler aver cura delle persone che amo e di dare a quelli meno fortunati di me. Durante gli anni, ho sentito così tante storie spaventose di artisti che sperperavano tutto il denaro che avevano accumulato e poi andare in rovina perchè non potevano pagare le tasse, e sono convinto che non mi succederà.

Sono molto attaccato a mia madre, ma trovo difficoltoso dimenticare le botte che mi dava quando ero bambino. Capisco che lei soffriva per lo stress causato da molte cattive esperienze di vita e non dubito che ero un bambino difficile all'epoca, ma non così difficile da meritare tali botte. Un periodo che non ho mai dimenticato è quando ha avuto un incidente e io dovetti stare per un mese a casa di Mémé Denise in campagna con mia nonna Mimine. Quando ritornai a casa, mia madre stava ancora zoppigano con le stampelle e le usava come armi per spaventarmi quando ero stato un bambino cattivo o non avevo riordinato la mia stanza, e lei poteva inciampare sui miei giocattoli. Quel tipo di abuso continuò fino a quando avevo circa 17 anni. Poi, nell'ultima occasione in cui fece per colpirmi, le afferrai la mano e dissi, 'Non farlo ancora, mai, mai.' Più tardi quel giorno lasciai casa e andai a vivere con mia nonna, e mia madre ed io rimanemmo estranei per qualche tempo. Ora che siamo ancora attaccati, è veramente di grande aiuto e una buona madre. Lei è molto orgogliosa di quello che faccio, specialmente quando i suoi amici dicono, 'Così tuo figlio è uno dei cantanti ne Il Divo.' Penso che questo la renda orgogliosa. E questo mi rende orgoglioso per lei quando la vedo sorridere di questo, perchè so che sente che abbiamo raggiunto qualcosa dopo tutto quello che abbiamo passato insieme.

L'occasione che ricordo più chiaramente dalla mia adoloescenza è quando stavo suonando il piano nell'appartamento di mia nonna. Mimine, che era stata in coma per un breve periodo, diceva che aveva premonizioni e visioni. Quel giorno, entrò nella mia stanza mentre suonavo, mi stoppò e disse, 'Sai cosa Sébastien? Un giorno sarai un compositore e avrai una carriera nella musica.'

'No no Mimine,' ribattei, 'sarò un pilota.'
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'Non ci sono soldi componendo,' esclamò mia madre Marie. 'Sarà un banchiere. Là è dove ci sono soldi.' Lei vestiva gli artisti e sapeva che era un duro business; lei voleva per me una vita sicura finanziariamente e non simile alla mia infanzia.

Mentre lo diceva, notavo che c'era un'espressione piuttosto disperata sulla faccia di mia madre. Era solo troppo consapevole del fatto che non ero grande per gli studi.

In quei giorni la gente mi diceva sempre che ero senza speranza e un cattivo studente e che non avrei mai concluso niente. Sorprendentemente, quelle critiche non mi facevano sentire depresso. Al contrario, mi rendevano ancora più determinato a dimostrare il contrario. Successivamente, quando realizzai che la mia vista era troppo povera per essere un pilota per una grande compagnia come Air France, ero turbato, ma cercai di essere filosofico. 'Okay,' pensai, 'quel sogno è finito. Ma ho una passione ancor più grande nella mia vita: la musica. Se ci lavoro duramente, tutto andrà bene.' Infatti, lavorai così duramente che diventò tutta la mia vita, così tanto che a volte dimenticavo di mangiare; la musica diventò il mio cibo, la mia energia. Mi sarei seduto ad occhi chiusi a sognare nient'altro che la musica per ore e ore. Divenne il mio tutto, e lo è ancora oggi. Ho sempre pensato che i sogni sono molto importanti. La persone che si trovano attaccate in a rut sono in quella posizione perchè non hanno sogni. Devi avere dei sogni. Se tu non li hai, non li puoi far diventare realtà. Una volta ho letto da qualche parte, 'Vivi i tuoi sogni, ma non sognare la tua vita.' Amo il significato di ciò.

Fare musica, sul piano, con la chitarra, o attraverso la mia voce, è sempre stata una passione e un rifugio per me. Amo anche ascoltare la musica. Essa mi porta sempre a commuovermi e ha il potere di trasformare i miei stati d'animo e suscitare una vasta gamma di emozioni. La musica è un dono del Paradiso per l'umanità. Intossica, consola, riconcilia e ispira, e ci porta in un territorio emozionale inesplorato precedentemente. So che non c'è miglior tonificante nella vita; è un modo perfetto per dissolvere i momenti bui e per elevare gli spiriti.

Senza voler sembrare melodrammatico, i miei sentimenti per la musica sono così forti che non potrei vivere senza. Forse questo deriva dal fatto che ero figlio unico e spesso ero da solo mentre crescevo. Ascoltavo la musica tutto il tempo; anche quando cercavo di addormentarmi. Dovevo avere la radio accesa. Per me la musica era una terapia, un rifugio, una scappatoia dalla dura realtà della vita, e mi sono sempre rifugiato in essa per passare i momenti più bui.

Dato che è sempre stata così importante per me, forse non sorprende che alcune delle mie memorie più care hanno a che fare con questo. Una delle mie ambizioni, che spero di realizzare in un futuro non troppo lontano, è incontrare David Bowie. Il suo è stato il primo concerto a cui mi hanno portato quando avevo solo 4 anni, e la mia ammirazione per lui è iniziata lì.

Il momento di svolta arrivò quando avevo circa 8 anni e stavo con Mémé Denise, che era ancora abbastanza in salute in quei giorni. In quell'occasione c'era un film in bianco e nero in televisione, che mi piaceva guardare, ma la musica di accompagnamento al piano era terribile e non c'entrava niente con il momento di alto romanticismo che stava passando sullo schermo. Avendo ascoltato per un po', andai verso la televisione, abbassai il volume, poi andai al pianoforte di mia nonna e iniziai a comporre qualche musica per accompagnare il film.

Quello fu il momento in cui realizzai che quello che volevo più di tutto nella vita era essere un compositore e un musicista, e a dispetto del desiderio di mia madre di vedermi diventare un banchiere, seguii il mio sogno e forgiai una carriera come un cantante/scrittore di canzoni. Sono stato così fortunato ad aver avuto un momento come quello a una così giovane età. Alcune persone aspettano tutta la vita per una tale rivelazione. Per me è stato un uscire dal momento buio che ha determinato la direzione che la mia vita avrebbe preso. Ho sempre pensato che la musica fosse un dono che riceviamo alla nascita e successivamente è una questione di ascolto e risposta a quella voce interiore.
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Mentre crescevo, mia madre ha avuto un fidanzato per dieci anni, Mathieu. Era un musicista e compositore britannico che passava molto tempo ad ascoltare i Beatles e la musica classica. Lì è iniziato il mio amore per i Beatles, e li ascolto da quel momento. Il mio Beatles preferito è John Lennon; nessuno poteva immaginare quanto avrei voluto incontrarlo.

Se mai mi trovassi naufragato su un'isola deserta, spero di avere con me il White Album dei Beatles, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders of Mars di David Bowie, The Lady in Red di Chris de Burgh, il secondo album di Jeff Buckley Grace e gli album di alcuni degli miei artisti preferiti: Coldplay, Sting, Garbage, Supretramp, The The, ZZ Top, Frank Sinatra - e molti altri, se potessi portarli (mi è permesso portare una valigia enorme, perfavore?).

Mi piacerebbe anche avere con me alcune delle mie canzoni preferite de Il Divo. La mia preferita è 'Everytime I look at you', che abbiamo incluso nel nostro primo album. E' una canzone così gentile, romantica e ci sono veramente legato. Amo le parole e la melodia e penso che le armonie siano molto sottili. Ho anche un dolce pallino per 'My Way', che è nello stesso album, perchè penso che fosse molto audace da parte nostra cantare una canzone che molti dei più grandi cantanti al mondo ha affrontato una volta o un'altra. Amo anche 'La Vida sin Amor', che è una canzone nuova nel nostro ultimo album Siempre. La melodia è molto latineggiante, il che è una nuova direzione per noi, e mi fa molto piacere che l'abbiamo incisa. E' sempre una grande hit quando la proponiamo live, e nessuno può fare a meno di ballarla! Anche 'Regresa a Mi', la canzone che abbiamo cantato insieme come Il Divo per la prima volta, è sempre stata una preferita, per ragioni sentimentali.
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Come gli intervistatori amano sottolineare, io sono un cantante e musicista interamente auto-didatta. Non ho mai avuto un insegnante di pianoforte; ho imparato ascoltando. Dall'età di sette anni, cantavo e suonavo le mie stesse composizioni. Alla stesso tempo, pensavo di essere Mozart! Ero sempre ispirato dalla musica classica, che il fidanzato di mia madre Mathieu ascoltava alla radio, e mi piaceva cercare di suonare alcune delle Arie classiche (ma non le avresti riconosciute, erano così brutte). Più tardi, quando avevo circa 12anni, comprai la chitarra. Presi lezioni per circa 6 mesi. Quando arrivò il momento di leggere la musica, imparai le note basilari per la chitarra, ma la maggior parte del tempo suono ancora sia la chitarra e il pianoforte – e compongo – ascoltando.

Non sono mai stato in un coro, ma ricordavo di andare in chiesa a Natale con mio nonno Papy Paul e amavo cantare gli inni a tutto volume. Mio nonno non era molto contento di questo e mi dava una gomitata e mi deceva di non essere troppo forte. Ovviamente era imbarazzato, pensando che stessi diventando pazzo, ma la mia passione per il canto c'è sempre stata, fin dall'inizio, e nessuno avrebbe potuto buttarmi giù per molto. Dall'età di quattordici anni, cantavo nella metropolitana di Parigi con la mia amica Hélène e un gruppo di altri, solo per sperimentare il senso di essere un performer e avere una folla che ci guardava. Hélène era un soprano nel Coro della French National Radio e andava alla scuola di musica di Radio France. Ci incontravamo in metro nel tragitto per la scuola. Lei era il mio primo amore da bambino, ma all'epoca ero troppo timido per fare qualcosa. Ora lei è sposata con un uomo adorabile, in attesa del loro primo figlio, e siamo ancora grandi amici.

Più tardi, presi due lezioni di canto, ma non mi piacquero e non ci tornai mai. Ero convinto che l'insegnante stava cercando di cancellare tutta l'emozione dalla mia voce e non mi piaceva. Pensavo fosse come essere a scuola, dove non c'era libertà. Solo ora mi rendo conto che avevo bisogno degli strumenti e la tecnica che l'insegnante stava cercando di insegnarmi.

Quando avevo diciassette anni, andavo sui battelli sulla Senna per le feste di compleanno dei miei amici e mentre ero a bordo suonavo la mia chitarra, per il puro piacere di farlo. Un po' di tempo dopo, suonai il piano (molto male) in molti bar parigini e aiutavo con il karaoke. Venivo pagato per quelle cose e amavo veramente farle. Mi ricordo anche che andavo in Svezia con mio cugino Gregory in quanto lui era un amante dei cavalli e i francesi andavano in Svezia per il campionato mondiale di salto. Non mentirò, come la maggior parte dei ragazzi andavamo anche per scoprire le ragazze svedesi! Noi sforammo di denaro mentre eravamo là e non ebbi altra scelta se non busk. Fortunatamente, gli svedesi amano la musica ed erano molto carini con me. Quando avevo venti anni, la mia ragazza Diane mi incoraggiò a prendere il canto molto più seriamente e concentrarmi su quello, piuttosto che sul piano o la chitarra.

Non sono sempre stato fortunato agli inizi. Quando ero ancora adolescente – e innamorato passionatamente – una volta suonai la chitarra e cantai una canzone che avevo composto per la ragazza di cui ero innamorato. Questo è stato a Saint-Germain-des Prés, a mezzanotte, il 21 giugno che è la Festa della Musica, il giorno in cui il francese celebra la musica. Un vicino non apprezzava i miei sforzi e venne alla finestra gridando, 'Silenzio! Vattene!' Quando persistetti, mi rovesciò un secchio d'acqua in testa e rimasi lì in piedi tutto zuppo. Il mio migliore amico Benji, che era con me, se la rideva.

Poco tempo dopo, gli eventi presero una piega più promettente, e dopo aver fatto molti demo che comprendevano le mie stesse composizione, e molte visite deludenti alle compagnie discografiche, ebbi una pausa veramente fortunata. Ebbi il mio primo contratto discografico con la EMI e il mio album solista Libre venne pubblicato nel giugno 2000. ero eccitato quando lo lessi, grazie a questo album, sarei stato definito 'il nuovo prodigio del pop francese' da un critico musicale. L'album includeva 'Je t'en Veux' ('Sono pazzo di te'), una canzone che avevo composto quando avevo circa sedici anni, e 'Libre' ('Libertà'), che lo fece entrare nelle classifiche francesi.

Mentre lavoravo a 'Libre', arrangiavo le canzoni con un altro ragazzo, Lionel Tridon. Quello è qualcosa che amo fare. Lionel è un arrangiatore e batterista francese molto talentuoso, che divenne una persona molto speciale per me – molto importante e ispiratore. Ho imparato molto da lui nei tre anni trascorsi facendo canzoni insieme nel suo studio a Replonge, vicino Lognes, 40 Km a nord di Parigi. Mi aiutò a creare un album favoloso, e lui e la sua famiglia sono sempre stati così di supporto per me. Durante quel periodo, iniziai anche ad arrangiare musica per altri e venni riconosciuto un po' più come compositore, qualcosa che venne fuori quando il mio produttore mi mise in contatto con altri musicisti e cantanti. Ero appena riuscito a riavere i diritti per Libre, e l'ho ripubblicato online.

Essere scritturato dalla EMI (grazie Mr. Frederique Juarez) e registrare 'Libre' all'età di ventitré anni rimane uno degli eventi più eccitanti della mia vita. Jean-Pierre Janiaud, che lavorava con molte stars francesi, gente che ammiravo veramente, fu il tecnico del suono di quell'album e così importante per l'intero progetto. Essere in uno studio di registrazione era così eccitante, non mi interessava lavorare dalla mattina fino alla notte. Ero troppo felice di far lavorare le mie dita fino all'osso. Forse perché ero il solo a dover prendere tutte le decisioni, trovavo l'intero business della promozione del mio primo album molto meno glamour che farlo. Comunque, questo non è una preoccupazione in questi giorni, perchè nel Divo ci sono quattro di noi a prendere le decisioni e a condividere il lavoro promozionale.

Nel 2002 ho avuto un'altra pausa fortunata. Mi furono offerti i ruoli del Grande Personne e il Businessman nella produzione musicale di Riccardo Cocciante Il Piccolo Principe. Questo lavoro arrivò quando mio zio Gerard, che aveva conoscenze nel mondo musicale, sentì che i produttori stavano facendo i casting. Lui fece una telefonata ad un amico a alle mie spalle e io fui invitato ad andare per un'audizione. La persona che è stata davvero fondamentale per me per avere quelle parti fu la scrittrice Elizabeth Anais che scrisse i testi delle canzoni.

'Il Piccolo Principe' fu un musical fantastico, basato sul famoso romanzo di Saint-Euxpéry, dallo stesso titolo. Poichè fu il mio primo e ultimo musical prima di unirmi al Divo, sono stato incredibilmente fortunato ad essere in uno spettacolo che aveva una così bella storia e una bella musica, e andò avanti per otto mesi al Casinò di Parigi.

Avevo due cambi di costume per quella produzione Uno per il mio ruolo come Grande Personne, che vuole essere ammirato da ognuno e vive da solo su un pianeta così da non poter sentire niente di poco lusinghiero detto su di lui; e uno per il mio ruolo come Businessman che è costantemente occupato a contare le stelle, a cui pensa di appartenere. Quando interpretavo quest'ultimo, dovevo stare sospeso sul palcoscenico, che era un problema per me che soffro di vertigini. Una volta su, l'unico modo in cui potevo trovare la mia voce e cantare era stare su una piattaforma costruita appositamente. Mi sentivo malissimo, ma non volevo perdere il lavoro, dovevo solo fare buon viso a cattivo gioco e abituarmi alla sensazione vertiginosa e nauseante.
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Il direttore di palco per quella produzione era Jean-Louis Martinoti, che veniva dal mondo dell'opera.Che uomo dotato! Un tale perfezionista. Ogni giorno imparavo qualcosa di nuovo da lui. Non avrei potuto sperare in una persona migliore che mi guidasse nel mio primo musical. Lui era così gentile e generoso, eccentrico, divertente, ancora così onesto. Lo spirito di squadra che aveva creato nel Piccolo Principe era assolutamente fantastico e alcuni dei miei amici più stretti provengono da quel periodo, amici che ancora vedo quando sono a Parigi. Quando ci incontriamo, tutti noi concordiamo che il nostro periodo al Piccolo Principe era magico, ed è certamente un periodo che ricordo con affetto.

Così come ho avuto momenti speciali come quello, ho avuto anche alcuni momenti terribili. Il business in cui sono è rinomato per essere molto altalenante, e tutto quello che posso dire è che i brutti momenti ti fanno apprezzare i bei momenti. Appena prima che arrivasse Il Divo, stavo attraversando un periodo molto difficile. Senza lavoro all'orizzonte dopo Il Piccolo Principe, ero quasi sulla soglia della povertà e non avevo sufficiente denaro per pagare l'ipoteca sulla mia casa, sebbene stessi lavorando sodo al mio secondo album da solista. Appena stavo iniziando ad andare in panico, arrivò l'audizione per Il Divo. La mia vita in quei giorni era piuttosto simile a questa: ogni volta che ero sull'orlo, succedeva qualcosa a tirarmi fuori dai problemi. Come risultato, devo credere a Lady Fortuna, ma so anche che se vogliamo compiere i nostri destini, noi dobbiamo far accadere le cose.

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L'uomo che ha stravolto totalmente il corso della mia vita e mi ha portato dove sono oggi è stato Simon Cowell. Lui è il solo a cui si deve tutto il merito per aver fatto nascere Il Divo. Ebbe una visione e non ha mai esitato, anche se servirono così tanti agenti per due anni per passare al setaccio cantanti da diciassette paesi prima che trovassere noi quattro.

La mia audizione per Il Divo arrivò quando andavo ad un'altra audizione per un musical chiamato Il Re Sole. Quella finì per essere una delle straordinarie coincidenze della vita. Mentre attendevo per l'audizione del Re Sole, incontrai Geraldine, che ora è la moglie di Carlos, quasi per caso attraverso il direttore del casting Bruno, e mi parlò dell'altra audizione e pensava che sarebbe valsa la pena provare. Carlos e Geraldine mi convinsero ad andare. Mi ricordo Carlos chiedermi di cantare attrraverso internet e dire 'Wow! Non sei così male.' Grazie Carlos.

Così andai all'audizione alla Bastiglia di Parigi, di fronte al braccio destro di Simon, Sonny Takhar, che è stata una luce guida ed è responsabile per avermi aiutato a diventare un membro del Divo. Cantai 'Caruso', una delle canzoni che abbiamo incluso in Siempre, che spinsi per avere in quell'album. Comunque, io non avevo speranze che sarebbe andata bene l'audizione. Il pianista che mi avrebbe dovuto accompagnare quel giorno era davvero terribile, così suonai io il piano e feci un lavoro ancora peggiore. 'Okay, questo è tutto', pensai, e mi convinsi che non avrebbe portato a nulla. Andai totalmente rilassato, in un modo non interessato. Nessuno sarebbe stato più attonito di quando chiesi di incontrare Simon Cowell. Ad essere onesto, faccio ancora fatica a credere che sono dove sono: parte di un gruppo d'opera che ha avuto così tanto successo.

Quando andai ad incontrare Simon, non avevo idea di chi fosse. Non mi ci volle molto per scoprire che avesse quello che l'Inglese chiama 'il dono della parlantina'. Lui è veramente un buon oratore, ha quest'incredibile abilità di ispirare grande confidenza e farti credere tutto quello che dice. A dispetto della sua reputazione, è anche una persona molto carina. Mi piace veramente, ed è un piacere lavorare e socializzare con lui, anche quando siamo in disaccordo su alcune cose.

Quando mi fu offerto il lavoro, il mio manager disse, 'Non farlo, Sébastien. Il tuo secondo album farà bene. Stai andando in buone posizioni.. Questo non è il momento di cambiare canzoni e perdere tutti i tuoi contatti in Francia.'

Naturalmente era una grande decisione da prendere. Fin dall'inizio sapevo che avrebbe incluso enormi cambiamenti di vita, che avrebbe portato via la maggior parte del tempo che passavo con la mia famiglia e gli amici. Ma l'aver preso la decisione, aiutato dalla mia fidanzata dell'epoca Catherine, una persona chiave della mia vita, fu un caso di non rimpiango niente Ricordo la prima settimana a Londra, chiamando il mio manager e Catherine, e dicendo loro che non potevo stare lontano dai miei amori. Catherine venne a Londra. E' stata un supporto fantastico e mi incoraggiò a rimanere. Io ho sempre creduto che tutte le esperienze ci portano a dove siamo oggi. Naturalmente, in passato pensavo spesso che avrei amato avere un'infanzia più felice, ma sentivo anche che se l'avessi avuta non sarei stata la persona che sono ora. Così ritorno sempre al non rimpiango niente.

E' interessante notare che, ero a firmare il mio contratto del Divo il 7 del mese, il che mi confermò che presi la giusta decisione. Il numero 7 è sempre stato il mio numero fortunato. Sono nato il 7 Marzo 1973, così la mia data di nascita è 7373; iniziai il musical Il Piccolo Principe il 7; dopo aver firmato il mio contratto con Il Divo, ho trovato la mia prima casa che ho comprato il 7.

La gente spesso ci chiede se Simon è ancora inglobato con il gruppo nelle basi giornaliere. Il fatto è che Simon è un uomo molto occupato, e quei giorni in cui lo incontriamo mediamente una volta l'anno, in primavera, quando stiamo decidendo il repertorio dell'album successivo, sebbene supervisiona le cose da lontano. Lui prese la decisone per iniziare e aprì molte porte per noi, ma da quando pubblicammo il nostro primo album e fu un successo in tutto il mondo, principalmente siamo io, Carlos, David e Urs che ci occupiamo delle cose, naturalmente suppoortati dala SYCO, la Sony BMG e la squadra del nostro management.

Il nostro manager Peter Rudge è una figura chiave, e dalla prima volta che lo incontrai sapevo che era il tipo di ragazzo management di cui avevamo bisogno. Lui mise così tante belle cose sul tavolo, incluso il tour di Barbra Streisand. E' molto bravo in quello che fa e mi piace molto. Lui è come una figura paterna per me.

Anche il suo braccio destro, Meredith Plant, è deliziosa. Lei è così organizzata ed è brillante quando siamo in viaggio. E' una ragazza che farà strada; un giorno sarà una manager terrificante. Gary Casson è un membro molto importante del nostro managent. Lui si occupa delle nostre finanze ed è un fantastico consulente. In effetti, tutta la gente che lavora al Divo contribuisce al suo successo. Non siamo solo noi 4 ragazzi, è la band incredibile, la squadra di lavoro, i nostri ristoratori, i tecnici del suono, la nostra truccatrice e parrucchiera Tania, la nostra stylist Felicity, i nostri tour managers Steve e Frankie. L'intera squadra fa il successo del Divo.

All'inizio pensavo che Il Divo sarebbe diventata un'altra boy-band, ma la musica che facevamo insieme presto mi convinse che sarebbe stato molto più di quello. Quando sentii 'Feelings', una delle prime canzoni che considerammo per il nostro primo album, pensai che fosse divertente. Questo mi fece rizzare i capelli dietro il collo.

Sebbene capisca perchè molte persone nell'industria musicale pensino che il gruppo sia 'costruito', essi mancano totalmente il punto di cosa sia Il Divo. Gli altri 3 ragazzi, che sono tutti cantanti di opera classica, ti diranno che attualmente è molto comune nel mondo dell'opera mettere insieme persone che non si sono mai incontrate prima. Allora, qual'è la differenza?

Noi siamo un cantante pop e tre cantanti d'opera, differente da qualunque altro gruppo prima di noi. E a causa del fatto che condividiamo lo stesso sogno di portare la buona musica a più gente possibile, eravamo felici di fondere insieme i due stili musicali. Come dice la gente, il resto è storia: Viva la differenza!

Molti intervistatori hanno suggerito che io, Carlos, David e Urs siamo come fratelli, ma non è quello che penso io. Io sento che la nostra relazione sia più come quella di un matrimonio collaudato in cui siamo tutti determinati a farlo funzionare, qualsiasi problema sorga. Alcuni giorni mi trovo meglio con uno che con l'altro. Qualche volta ho un giorno 'no' quando loro hanno un giorno 'sì', e viceversa. Li amo tutti lo stesso.
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Naturalmente le tensioni sorgono tra di noi, particolarmente quando siamo in viaggio, e alcuni giorni possono essere abbastanza difficili quando abbiamo dormito poco, nessun giorno di riposo, ci mancano le nostre famiglie e amori, e i nostri letti. Ognuno ha il suo temperamento a suo modo, ed è naturale che abbiamo bisogno di staccarci uno dall'altro qualche volta, specialmente se abbiamo passato diciassette ore al giorno insieme. Comunque, non è sempre come sembra. Ad esempio, quando eravamo a Sidney decidemmo di andare in spiaggia e stenderci insieme, sebbene fosse impossibile rilassarsi perchè c'erano così tante belle donne girarci intorno.

Qualcosa che mi ha sorpreso - e fatto piacere - è che tutti e quattro abbiamo vasti gussti musicali. Ad esempio, Carlos, David e Urs non sono solo per la musica classica e per le arie d'opera. A David piace la techno, Urs ascolta l'heavy metal, Carlos è un fan di Tom Jones e io sono per i Radiohead, Coldplay e Muse.

Quando mi si chiede di descrivere gli altri membri del gruppo, spesso dico che David è il pazzo, sempre a scherzare; Carlos è un vulcano, molto Spagnolo, e dice sempre esattamente ciò che pensa; e Urs è tranquillo, un ragazzo a cui piace che ogni cosa sia puntuale e ordinata. Per quanto riguarda me, loro dicono che sono molto Francese, molto sensibile, una persona che reagisce alle cose più piccole. Ad esempio, è vero che se in un ristorante il cibo è troppo speziato, lo faccio sapere a tutti.

La buona notizia è che tutti arrivammo nel Divo con un'esperienza tra i dieci e i quindici anni, e anche Simon ha pubblicamente dichiarato che a volte si sente intimidito e in soggezione davanti alle nostre abilità. Noi siamo tutti coinvolti in quali canzoni dovrebbero essere nei nostri album. E' uno sforzo di squadra, e Simon, Sonny, Peter Rudge e il resto del nostro management hanno fiducia in noi. Io sono molto orgoglioso di quello che facciamo. Sapevamo fin dall'inizio che avremmo fatto qualcosadi diverso, ma nessuno di noi aveva idea di quanto bene si sarebbero fuse le nostre voci. Quello che mi diverte di più è quanto diversi siano i nostri fan. Persone di tutte le età vengono ai nostri spettacoli - dai bambini alle nonne. E' un genere di mix che tutti i performers sognano, e qualcosa che noi abbiamo raggiunto.

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Io amo incontare persone di diverse culture, e trovo incredibile che persone in posti in cui non siamo mai stati sappiano chi siamo. Ora so per certo che la musica è una lingua universale. E' tutto un dare il meglio di te alle persone, toccare i loro e permettere loro di rinnovare il contatto con i loro sentimenti ed essere emozionali non timidamente. Noi siamo benedetti dal fatto di avere così tanti fan leali. La visione che avevo del mondo prima di raggiungere Il Divo era molto Francese, molto limitata, e ora la mia percezione è completamente diversa. I miei viaggi mi hanno reso più aperto agli altri, e sono molto meno giudicante.

Devo dire che il lancio di mutandine sul palco non è qualcosa di cui mi curo, sebbene lo trovo divertente qualche volta. Comunque non mi sono divertito quando qualcuno lanciò un paio che mi colpì dritto negli occhi appena stavo per cantare la prima riga di una canzone. Mi sono sentito come un orso in gabbia allo zoo. Questi giorni, colpiti da mutandine e altri oggetti intimi sono diventati parte del lavoro, e un'occasione che ricordo con un pò di imbarazzo è stata quando eravamo in una macchina, firmando autografi dopo un'apparizione televisiva, e una ragazza mi passò qualcosa attraverso il finestrino, dicendo 'Ti penso sempre quando ce l'ho su'. Non realizzavo cosa fosse fino a quando si mosse e vibrò. Era un vibratore! Cose come quelle rendono la vita più divertente.

Apprezzo i regali che riceviamo dai nostri fan. Lo sforzo che ci si mette in alcuni di questi è così toccante, ancora di più perchè so che non tutti loro sono finanziariamente benestanti.

Esibirsi dal vivo è la nostra ragion d'essere, la ragione per cui in primo luogo tutti noi vogliamo essere cantanti, così i nostri due tour del Divo erano un sogno diventato realtà per tutti noi. E' meraviglioso avere l'opportuna di visitare così tanti paesi intorno al mondo, e un di più scoprire che abbiamo successo in così tanti posti che visitiamo. In cima a questo, possiamo anche utilizzare la nostra fama per fare qualcosa di buono nel mondo, aiutare quelli che non sono coosì fortunati come noi.

La vita nel Divo è frenetica. Attualmente non abbiamo tempo di riposare, noi cerchiamo di trovare un pò di riposo quando stiamo viaggiando, il che di solito è impossibile. A volte è estenuante, sebbene i nostri fan fanno sì che ne valga la pena, e una volta che sono sul palco dimentico tutto. Il mio letto in questi giorni è più spesso che un sedile su un aereo e il mio armadio è una valigia. C'è un altro aspetto negativo più serio in tutto il tour che facciamo. Non voglio sembrare troppo morbido, ma ho sempre avuto paura di morire, e tutti i decolli e atterraggi e i viaggi in limousine non hanno fatto molto per aiutarla. Quello che mi spaventa è il pensiero della morte, di niente. L'idea del mio corpo polvere o cenere mi disturba molto. Io amo la vita e c'è ancora molto che voglio sperimentare. La sento particolarmente forte in questi giorni. Il fatto che sono stato così benedetto mi rende ancora più timoroso del fatto che tutto possa venire portato via.

Io penso che forse questa paura venne una notte tanti anni fa, quando stavo tornando da uno studio di registrazione in Francia. La mia macchina fu colpita da una il cui conducente si era addormentato al volante. E' stato un incidente quasi fatale, in cui altre tre macchine rimasero coinvolte. La mia macchina fece molti testacoda in autostrada e finì con il muso verso la direzione opposta. Non dimenticherò mai il sentimento di avere la macchina fuori controllo e il rumore dello stridere delle gomme e il grattare del metallo sul metallo e pezzi volare in tutte le direzioni. Quando la macchina finalmente si arrestò, io stavo seduto lì stordito, pensando: 'Mio Dio, c'è mancato un pelo!'. La macchina era un totale rottame, ma nè io nè nessuno degli altri conducenti eravamo feriti in modo serio.

'Ovviamente non era la mia ora', pensai.

Veramente credo che ognuno di noi ha un tempo assegnato e questo credo renda tutto più imperativo per me per raggiungere tutte le cose che voglio raggiungere. Nessuno di noi sa quando quel tempo arriverà - potrebbe essere oggi, domani, quansiasi volta - e questi giorni, quando salgo e scendo dagli aerei e dentro e fuori dalle macchine ogni poche ore, penso a tutte le cose che ancora voglio fare nella vita. Non penso che mai mi sentirò di averle fatte ma, alla fine del giorno, quando guardo la morte in faccia, so che dirò 'Non rimpiango niente', perchè so di aver avuto così tanti momenti felici nella mia vita.

Uno dei migliori è stata la nascita di Chloé, la bambina del mio migliore amico Benjamin. Benjamin è come un fratello per me, la mia anima gemella, una bella persona che la vita non ha sempre trattato bene. Lo rispetto e lo ammiro così tanto per il superamento delle difficoltà che ha avuto nella sua vita e per essere il tipo di uomo che è oggi. Sfortunatamente ero in tour con Il Divo quando sua moglie Elena diede alla luce Chloé e non potevo essere lì, ma Benjamin mi mandò foto della bambina, scattate pochi minuti dopo la sua nascita, e quando le vidi non potevo credere quanto fosse bella e perfetta, e quanta emozione sentivo per Ben.

La mia vita è sempre stata più un lavoro che un gioco, ma da Francese ho sempre trovato il tempo per l'amore e il romanticismo. Dove ci sono le questioni di cuore, ho imparato che avevo bisogno di procedere con cautela, non qualcosa che arrivava naturalmente dal mio temperamento Latino. In molti modi sono tipicamente Francese e sono guidato dal cuore piuttosto che dalla testa. Il problema è che la maggior parte delle volte trovo persone adorabili e mi innamoro facilmente. Tutte le ragazze che ho amato sono state speciali e, in un modo o nell'altro, di ispirazione. Catherine, per esempio, che è stata la mia fidanzata per due anni, è stata la persona che mi ha incoraggiato ad unirmi al Divo, così le devo molto. La nostra è stata una relazione così passionale che è stato inevitabile che alla fine ci saremmo bruciati. Le ragazze, come gli uomini, nelle loro vite aspirano ad avere lavori interessanti, ma desiderano anche passare del tempo con loro, e Catherine trovava il business in cui ero impossibile. Comunque, lei era - ed è ancora - una persona molto speciale nella mia vita, e voglio il meglio per lei. Siamo rimasti buoni amici e la chiamo ancora qualche volta. Dopo che quella relazione arrivò alla fine, mi ci vollero due anni per ritrovarmi e ricostruire me stesso.
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Trovare il vero amore era ancora più complicato dopo che diventai un membro del Divo. Il problema diventò. 'Come posso essere sicuro che quuesta persona mi ama per quello che sono, non per quello che faccio?'. Io non ho mai veramente perso il mio credo nell'amore, e ora sono pronto per sistemarmi e avere una famiglia.

Ho sempre pensato che la mia donna ideale sarebbe stata qualcuno che avesse fiducia in se stessa, forza interiore e serenità, che fosse intellettuale ma che non sentisse il bisogno di provarlo tutto il tempo, e ho trovato tutte queste qualità in Renée Murphy, un'adorabile ragazza di Melbourne che ho incontrato quando lei lavorava come pubblicista per la Sony BMG in Australia. Stiamo insieme solo da diciotto mesi, ma stiamo così bene, e mi sento totalmente felice e non mi sono mai sentito così sicuro in una relazione. Trovare la tua anima gemella è un dono. All'inizio ci sono state alcune difficoltà perché io avevo paura, data dalla precedente dolorosa esperienza, di essere coinvolto troppo profondamente e a causa della distanza e dalla natura del business. Ma un giorno pensai: 'Hai intenzione di lasciare che ciò che è accaduto rovini ogni relazione da quì in avanti? Questa è la migliore possibilità per me. Ho trovato la mia altra metà. L'ho trovata.' Sapevo che non volevo perderla e che non avrei trovato un'altra donna così bella come è Renée in ogni modo.
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Uno dei momenti migliori nella mia vita è stato quando lo chiesi a Renée il 1 Giugno 2007. Sapevo che lei avrebbe voluto che le fosse chiesto in modo semplice e avevo considerato di farlo a Venezia qualche settimana prima durante un weekend romantico. Ma non mi sembrava giusto e sapevo che avrei dovuto aspettare il momento giusto, senza troppa pianificazione. Dopo aver portato con me l'anello di fidanzamento per mesi, alla fine quel momento arrivò. Eravamo seduti fuori da un pub a Bruxelles in una calda notte d'estate, parlando della vita e cosa volevamo fare insieme. Io le chiesi quale fosse la cosa più pazza che avrebbe voluto fare con me. Lei mi diede una risposta spontanea e poi mi fece la stessa domanda. Io le dissi che volevo che mi sposasse. Lei pensò che stessi scherzando e iniziò a ridere in modo nervoso, ma io insistetti che ero serio. Le dissi, 'Guarda, ti metterò qualcosa in mano che te lo proverà.' Era la scatola contenente l'anello. Lei pensò che fossero dei gemelli che una fan mi aveva dato e ritenne stessi ancora scherzando. Quello lo rese ancora più magico e divertente. Il mio cuore batteva così veloce ed ero così nervoso finchè lei aprì la scatola e disse 'sì'. Io ero euforico.

Mi piace sorprenderla. Io portai la sua famiglia a Parigi durante il nostro primo Natale insieme, il suo primo lontano da casa, perchè Natale è importante per noi come festività in famiglia. Il suo compleanno è il 13 Dicembre, così fu molto speciale per lei avere la sua famiglia. Questo la sorprese e sebbene non fossi lì a vedere la sua faccia, sentìi le sue lacrime di gioia al telefono. Pensavo che fosse il minimo che potessi fare per la donna che amo, che ha lasciato tutto per venire a vivere con me.

Una delle cose più romantiche che ho fatto per Renée è stata quando lei stava passando un pò di tempo con me a Miami mentre ero lì in tour con Il Divo. Era una data speciale per noi e le avevo comprato un orologio vintage per segnare il nostro primo anno insieme. Lo misi in una piccola scatola, che misi in una scatola gigante.

Come fece buio, chiesi a Renée di incontrarmi sulla spiaggia entro dieci minuti. Veramente non è stato tutto come avevo pianificato - stava soffiando un vento fortissimo e quando lei arrivò io ero in piedi nella poca luce che avevo trovato, vicino ad una pattumiera puzzolente sulla sabbia! Lei rise e disse, 'Sébastien cosa fai?' Io le diedi la scatola e lei iniziò a scartarla, i suoi occhi grandi come piattini. Stava scavando nella scatola enorme, dicendo, 'Ma non c'è niente quì Séb.' Poi trovò la scatola piccola, la scartò e le piacque l'orologio. Fu un momento speciale per entrambi. Non dimenticherò mai il modo in cui ci guardavamo, la connessione perfetta. Fu così romantico ma ricordando il vento e la pattumiera ancora ci fa ridere!

Io amo scegliere e dare regali, ma non dimentico che i momenti romantici più indimenticabili non sono i regali. I momenti migliori sono quando cammini tenendo la mano di qualcuno, o quando scambi un certo sorriso, un momento magico, una connessione, uno scintillio negli occhi come Renée ed io abbiamo avuto sulla spiaggia.

Il romanticismo è la magia che due persone innamorate creano stando insieme. L'amore ti mette le ali. E grazie a Renée per farmi sentire come se potessi volare così lontano con te al mio fianco. Sono un uomo molto fortunato.

Così questi giorni faccio fatica a credere alla mia buona fortuna. A dispetto di tutte le cose meravigliose che ho sperimentato con Il Divo, non c'è stato un momento che abbia superato quello in cui Renée ha detto 'sì', o tenere tra le braccia per la prima volta la bimba del mio migliore amico. E mi auguro che quello rimarrà il caso finchè terrò mio figlio o figlia. Non vedo l'ora.

Non è che dico che non ci sono stati momenti straordinari della mia carriera nel Divo. Una della mie memorie recenti preferite è stato quando siamo stati invitati a cantare dal vivo quando nel 2004 furono accese le luci di Natale di Oxford Street. Lì su un palco montato fuori Selfridges raggiungemmo il Sindaco di Londra, Ken Livingstone, la medaglia Olimpica Sir Steve Redgrave, la squadra della staffetta vincitrice della medaglia d'oro e l'attrice Emma Watson, che ha interpretato Hermione nei film di Harry Potter. Fu un'occasione favolosa perchè questo evento coincideva con il giorno in cui Londra sottopose i suoi piani per ospitare le Olimpiadi del 2012 e tutti erano in uno stato festoso. Chi avrebbe pensato che un ranocchio sarebbe stata abbracciata così dal suo nuovo paese adottivo, il Regno Unito?

Un altro giorno memorabile fu quando ci esibimmo al Festival di Henley nel Regno Unito nel 2005. Non c'era posto miglior per fare la nostra prima esibizione di lunga durata dal vivo che su un palco sul Tamigi. C'erano così tanti nostri fan a darci il benvenuto, e quando finimmo di cantare il nostro primo numero, accompagnati dall'Orchestra del Heart of England, ci fecero un applauso entusiasta. Noi poi continuammo con 'Unchained Melody', che la folla amò. Fu semplicemente meraviglioso - raggiungemmo altezze vertiginose quella notte - e l'evento ci spinse ad andare in Svezia a lavorare alla registrazione del nostro secondo album, Ancora.

Henley fu un'anticipazione di momenti così simili. Uno di questi fu il fare squadra con Toni Braxton per cantare 'The time of our Lives', la canzone che è stata utilizzata come tema ufficiale della Coppa del Mondo FIFA del 2006 e esibirci alla cerimonia di apertura a Monaco e alla finale a Berlino. Fu un'emozione registrare con Toni. sei volte vincitrice del Grammy Award, con una voce stupefacente. Il modo in cui lei combina jazz, gospel e blues non è seconda a nessuno. La finale della Coppa del Mondo è stato un momento molto speciale per me perché era tra Francia e Italia. Anche se l'Italia vinse la Coppa, fu un'emozione esibirsi in uno stadio dove molti Francesi avrebbero dato gli ultimi euro per esserci quel giorno.

Io ero seduto nell'area V.I.P., vedendo la partita con alcuni amici venuti da ogni parte della Francia. Nessuno avrebbe potuto immaginare come ci sentivamo quando alla Francia fu assegnato il primo rigore. Io ero così fuori di me per l'entusiasmo che saltai dalla sedia. Come feci questo, qualcuno dietro di me mormorò con voce molto contrariata, 'Potrebbe sedersi perfavore.' Io ero così felice daa offendermi e continuai a godermi il momento. Poi quando la Francia segnò e io balzai ancora per aria, lo stesso ragazzo disse, 'Sei felice ora? Puoi sederti?'. Questo era troppo per me e feci per rispondere. 'Siediti Séb! Zitto!' continuavano a sibilare i miei amici, cercando di indicare qualcosa. Io guardai oltre le mie spalle per vedere chi fosse stato così sgarbato con me. Era Gerard Schröder, l'ex cancelliere Tedesco!

Uno dei punti culminanti dei giorni recenti del Divo è stato il nostro successo in America, che mi ha stupito. Veramente non pensavo che gli Americani avrebbero abbracciato il nostro genere di musica, e fui orgoglioso quando venne provato che mi sbagliavo, particolarmente poichè ho famiglia là. E' un così grande paese - qualcosa che può essere veramente apprezzato quando ci giri. Quello che mi piace di più degli Stati Uniti è che la sua gente è così vocale, molto vistosa!

Mi piacque essere lì quando facemmo un tour di venti appuntamenti con Barbra Streisand, La gente ci continuava a dire, 'Come le sue improvvisazioni si incastrano con il vostro approccio più struttrato?'. Ma a noi piacque molto la sfida, come il fatto che non eravamo mai sicuri di quello che avrebbe fatto successivamente. A lei piace interagire con il pubblico e dare sfogo alle sue forti opinioni politiche. Quando in uno dei suoi spettacoli incluse uno sketch su George Bush, qualcuno iniziò ad interrompere. Lei rispose, 'Se vuoi solo ascoltare la mia musica compra i miei album. Se vuoi venire a vedermi, questo fa parte del pacchetto'.

La prima volta che la incontrai caddi sotto il suo incantesimo. Capisco perfettamente perchè tutti l'adorano. Lei è tutto quello che mi piacerebbe essere come artista - la grazia personificata - e il modo in cui parla mi fa sperare che l'Inglese sia la mia prima lingua, che è una cosa da poco da ammettere per un Francese. Quando suona il pianoforte, qualche volta sbaglia alcune note o accordi, ma l'effetto è ancora più piacevole. Per quanto mi riguarda, lei è magica.

Un altro momento del Divo - in verità potrei andare avanti ad elencarli per sempre - fu quando fummo presentati dalla SYCO/Sony BMG con impressionanti targhe di vetro per gli oltre 10 milioni di dischi venduti. Il modo in cui siamo stati abbracciati mi colpisce veramente, e questo era anche prima della pubblicazione di Siempre.

Guardando indietro al programma per il nostro Tour Mondiale del 2007, faccio fatica a credere che siamo andati in così tanti paesi, e suonato in così tante arene. Per dare alla gente l'idea di quanto lavoriamo sodo, non posso resistere dall'elencarli. Nei primi cinque mesi del Tour ci siamo esibiti a Kuala Lumpur, Singapore, Manila, Hong Kong, Shangai, Seoul, Tokio, Osaka, Sidney, Brisbane, Adelaide, Melbourne, Sun City, Cape Town, Johannesburg, Halifax, Toronto, Montreal, Ottawa, Winnipeg, Calgary, Edmonton, Kelowna, Vancouver, Victoria, Cardiff, Londra, Newcastle, Glasgow, Birmingham, Manchester, Sheffield, Rotterdam, Antwerp, Oberhausen, Helsinki, Stoccolma, Copenhagen, Amburgo, Zurigo, Vienna, Ljubjana, Lisbona, Parigi, Belfast, e Dublino. Come abbiamo fatto a rimanere ancora sorridenti e in ottima forma, con tutto quel trottare per il mondo? E' semplice. Noi amiamo il nostro lavoro, amiamo i nostri fans e non c'è niente che ci diverta di più che cantare dal vivo sul palco.
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I Tour Mondiali, le magnifiche arene, i concerti tutti esauriti; nessuno di noi avrebbe immaginato che Il Divo sarebbe stato un successo così fenomenale. Onestamente, penso che nessuno di noi aveva aspettative così alte, e so per certo che quando è iniziato tutto nel Regno Unito, mai mi sarei aspettato che il nostro prino disco sarebbe stato un numero uno. Poi quando tutto quel successo continuava in tutto il mondo, pensai 'Non ci posso credere!'. E sai una cosa? Lo penso ancora.


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Tradotto da Paola (Paola79)



Edited by StregaPerAmore - 1/6/2011, 20:32
 
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